“DIGNITA' DEL LAVORO OLTRE LA CRISI”, A GENOVA LA DUE GIORNI DELLE FAI DEL NORD
Due giorni di approfondimento e di studio sul contributo del lavoro ai processi di sviluppo. Si è concluso oggi il seminario interregionale delle Fai de Nord, svolto quest'anno a Genova e dal titolo “La dignità del lavoro, oltre la crisi”. I lavori sono stati introdotti dal professor Aldo Carera, che ha organizzato l'iniziativa insieme ai Segretari Generali Fai delle Regioni del Nord. Filo conduttore dell'incontro, la partecipazione dei lavoratori alle dinamiche d'impresa.
In questo solco si è inserito l'intervento dell'economista Alberto Berrini che ha proposto un'analisi sulle sfide che attendono in sindacato nella prospettiva di un nascente 'capitalismo associativo'. È seguito il contributo del professor Luigi Campagna, del Politecnico di Milano, che ha sviluppato il tema dell'innovazione organizzativa aziendale verso forme di partecipazione. La prima giornata si è conclusa con un lavoro di gruppo coordinato da Claudio Arlati, a cui è seguita la presentazione di una ricerca sulle imprese alimentari artigiane da parte del sociologo Ludovico Ferro. La seconda giornata si è aperta con un focus su alcune importanti realtà aziendali, con le relazioni di dirigenti Ferrero, Barilla, Sammontana e Danone. Presenti anche Antonio Graniero, Segretario Usr Cisl Liguria, e Luca Maestripieri, Segretario della Ust Cisl Genova. Le conclusioni sono state affidate al Segretario nazionale Fai Cisl, Attilio Cornelli.
Nella edizione di quest'anno, spiega Carera, “abbiamo voluto indicare lo strumento della partecipazione come elemento cardine di un nuovo modello di sviluppo che è l'unico che può farci uscire in positivo dalla crisi”. Per questo, nella relazione di Berrini, “è stata ripercorsa la cronistoria della Grande Recessione, e sono state indicate alcune criticità sistemiche che ne hanno determinato l'avvitamento”. Tra queste, “la mancata valorizzazione del lavoro nei processi decisionali delle imprese, la preponderanza della finanza speculativa sull'economia reale e la mistica falsa ed esiziale di un mercato autoregolamentato”. La via del riscatto, come illustrato dall'intervento di Campagna, “sta nella capacità di dare luogo, in forme diverse e specifiche per ogni azienda, a relazioni industriali partecipative e a strumenti di democrazia economica che sappiano coniugare solidarietà a competitività”. Prezioso, in questo contesto, “il contributo offerto dai partecipanti ai gruppi di lavoro, che hanno analizzato con grande competenza le realtà virtuose e le criticità presenti sui territori”.
Concludendo i lavori, Cornelli ha evidenziato l'importanza dell'agroalimentare come motore di sviluppo del Paese, richiamando gli elementi qualificanti di un settore che “più e meglio di altri, anche nell'industria, ha retto i colpi della crisi”. Se questo è successo è anche grazie a “relazioni sindacali che hanno permesso la costruzione di strumenti partecipativi nelle imprese, elemento esaltato dall'ultimo rinnovo del contratto nazionale dell'industria alimentare”. Il Segretario nazionale ha poi illustrato le linee strategiche che caratterizzano l'azione della Fai ai tavoli negoziali aperti, richiamando l'importanza di incentrare “la futura stagione di rinnovi contrattuali e i prossimi accordi territoriali e aziendali su elementi di partecipazione organizzativa, economica-finanziaria e di governance”. Oggi “dobbiamo percorrere la strada di una contrattazione, nazionale e decentrata, che dia spazio a forme di compartecipazione. Non c'è via migliore per tutelare l'occupazione, contrastare delocalizzazioni e creare maggiore valore aggiunto. Fare questo tipo di relazioni industriali, affrancarsi da modelli antagonisti e ideologicamente conflittuali, significa creare le condizioni migliori per elevare la qualità del lavoro, innalzare retribuzioni e produttività, aumentare il potere d'acquisto. E contribuire così al superamento di una crisi che tanto dipende dal blocco dei consumi interni e della domanda aggregata”, ha concluso Cornelli.