CAPORALATO, CISL E FAI CISL PUGLIA: "CONTRO SFRUTTAMENTO NON SERVONO INTERVENTI SPOT, MA PRESIDIO VERO E PARTECIPATO"
“In attesa che magistratura e inquirenti facciano luce con la massima urgenza sulle dinamiche del drammatico incidente che ha visto morire quattro braccianti africani nel foggiano, una cosa è certa: il caporalato continua a crescere incontrollato, e un paese in cui si muore in questo modo non è un paese civile”. Lo affermano in una nota congiunta Daniela Fumarola e Paolo Frascella, segretari generali, rispettivamente, della Cisl e della Fai Puglia.
“Sono tanti gli aspetti che vanno chiariti in questa vicenda che tanto sa, purtroppo, di ennesima tragedia dello sfruttamento e del caporalato. Di sicuro c’è che nell’hinterland del foggiano e in altre aree rurali della regione dopo le azioni mediatiche degli scorsi anni si stanno riformando e consolidando assembramenti abusivi in cui è praticata ogni giorno ogni forma di abuso e di illegalità. L’ennesima prova, se ce ne fosse bisogno, che piaghe di questo genere non si risolvono con azioni-spot, o sole iniziative emergenziali che seguono eventi luttuosi. Serve invece quello che tempo la Cisl e la Fai chiedono: confronto vero con le parti sociali e con il sindacato, e solido presidio su ogni territorio, con ispezioni, controlli e progetti di sistema che diano risposte in termini di accoglienza, politiche abitative, sanità, trasporti. Gli strumenti nazionali non mancano, a partire dalla legge 199 contro il caporalato, che però va implementata e applicata in tutte le sua potenzialità, repressive e preventive. Un obiettivo che resta ancora lontano, a causa di inaccettabili inerzie amministrative. Bisogna attivare le leve di prossimità della Cabina di Regia e i protocolli regionali anti-ghetto, e non farne più come in passato solo una bandiera politica. L’appello della Cisl e della Fai va al livello nazionale ma anche alla Regione: ci si muova presto e bene, nel verso di una nuova stagione di collaborazione con il mondo del lavoro. Non c’è più tempo da perdere: ogni giorno in più, come si vede, si misura in termini di vite umane”, concludono Fumarola e Frascella.