CAPORALATO, FAI CISL PUGLIA: RICONVOCARE TAVOLI ISTITUZIONALI
"I continui controlli e le misure repressive attuate per contrastare il caporalato in Capitanata rappresentano un risultato positivo. Ma non basta. È necessario che si concertino azioni mirate nei tavoli situazionali, perché la tutela dei lavoratori sfruttati, non solo migranti, deve essere garantita a trecentosessanta gradi". Lo afferma in una nota il segretario della Fai Cisl Puglia, Paolo Frascella. "In realtà - prosegue - i controlli e gli arresti da parte delle forze di polizia, come avvenuto nelle scorse ore, rappresentano l'unica misura attuata tra quelle promesse nei vertici istituzionali svolti nei mesi caldi della 'emergenza migranti' in provincia di Foggia". "È necessario che vengano riconvocati i tavoli - sottolinea Frascella - per stabilire le modalità di intervento a tutela di ogni bracciante, come la predisposizione effettiva di un piano trasporti e l'individuazione dei siti di alloggio con tutte le misure di sicurezza". "Erano questi - evidenzia - gli accordi che non hanno avuto ancora seguito. Le aziende non possono più tirarsi indietro e sono ancora tante quelle che operano nel sottobosco del sommerso. La lotta al caporalato deve essere attiva in tutta la Puglia, per scongiurare che le tragedie della Capitanata possano accadere nelle altre terre di Puglia, o addirittura fuori dai confini regionale, come insegna l'ultima operazione dei carabinieri". "Tutelare i braccianti, extracomunitari o comunitari - aggiunge Lorenzo Di Varsavia, segretario della Fai Cisl di Foggia - vuol dire garantire le minime misure per quella può che considerarsi una vita possibile. Le ultime inchieste raccontano di giovani lavoratori costretti a situazioni indecorose anche per gli animali, figuriamoci per gli essere umani".