CAPORALATO, ROTA: “CASO TERRACINA INQUIETANTE, SIAMO ANCORA PIÙ MOTIVATI SU PROTOCOLLO ANTI-COVID19”
“Anche oggi è emerso l’ennesimo caso di sfruttamento nella Provincia di Latina e il clima di violenza in cui si trovano costretti a lavorare tanti braccianti. L’Agro Pontino si conferma tra le zone a più alto rischio caporalato. Non solo quello praticato da organizzazioni criminali infiltrate nell’agroalimentare, ma anche quello diffuso in tante piccole imprese a conduzione familiare. Sono inquietanti i comportamenti violenti emersi nei confronti del bracciante di origini indiane, finito al pronto soccorso di Terracina con fratture e lesioni, reo di aver chiesto al datore di lavoro i dispositivi di protezione dal Covid19. Da parte nostra continueremo a fare di tutto per sradicare il clima di oppressione che colpisce i lavoratori, e continueremo ad impegnarci per garantire nei luoghi di lavoro la massima sicurezza possibile”.
Lo scrive sulla pagina Facebook della Fai Cisl il segretario generale Onofrio Rota commentando gli arresti di oggi a Terracina.
“Proprio in questi giorni – spiega il sindacalista – le parti sociali stanno facendo un grande sforzo per mettere a punto un Protocollo di prevenzione dal Covid19 che, ispirandosi ai protocolli confederali del 14 marzo e del 24 aprile, possa rispondere con efficienza e flessibilità alle specificità del lavoro agricolo. Ci stiamo impegnando, con Inail e Ministeri competenti, per ottenere un documento che sia più chiaro possibile per tutti. Dovrà essere un Protocollo completo, capace di attivare buone pratiche in tutti i territori e di premere affinché si rispettino i principi di protezione delle lavoratrici e dei lavoratori. Purtroppo, casi come quello di Terracina ci preoccupano perché denotano casi di irresponsabilità inaccettabili. Dobbiamo tutti insieme, imprese e lavoratori – conclude il leader della federazione agroalimentare della Cisl – contribuire a rafforzare una cultura della sicurezza sul lavoro che, soprattutto in questo momento, equivale a più sicurezza per tutti. Non esiste produttività che possa prescindere dalla tutela della salute di chi lavora. E non esiste buon cibo che sia prodotto con sfruttamento e rischio per i nostri braccianti. Siamo dunque ancora più motivati a concludere al più presto la stesura del Protocollo e a vigilare sulla sua futura applicazione in tutti i luoghi di lavoro”.