L’ISTAT CERTIFICA IL SUCCESSO DEL RISCALDAMENTO A BIOMASSE
Una casa su quattro in Italia è riscaldata con legna o pellet. A rivelarlo è il recente rapporto "I consumi energetici delle famiglie", realizzato da Istat con Enea e MiSE (7/2/2015). L’Italia con una quota del 40% complessivo è il primo consumatore europeo di pellets a uso domestico.
Nelle case ci sono circa 10 milioni tra stufe e caldaie alimentate a biomassa legnosa. I dati sono stati forniti su base 2013 dall’ISTAT, che ha portato a termine per la prima volta uno studio sui consumi energetici delle famiglie italiane. La biomassa segue al metano come fonte primaria del riscaldamento per le utenze: utilizzata principalmente per uso termico (14,5% delle famiglie lo preferisce), solo il 2,4% del campione analizzato destina il combustibile biologico per la produzione di acqua calda.
In Italia nel 2013 si sono consumati 19 milioni di tonnellate di legno, 1,4 milioni è la quota parte del pellets. Numeri che hanno permesso all’Italia di raggiungere e superare con grande anticipo l’obiettivo fissato per le biomasse dal "Piano d’Azione Nazionale per le energie rinnovabili" per il 2020.
Facendo una panoramica geografica, l’uso delle biomasse è preferito soprattutto nei comuni montani, nel Nord-Est e in Italia centrale. Sardegna, Umbria, Val d’Aosta e Trentino-Alto Adige sono le Regioni dove, nello specifico, va per la maggiore l'utilizzo del pellets. La tendenza all’incremento del pellets trova spiegazione nel favorevole rapporto qualità-prezzo del materiale e nell’attivazione degli eco-incentivi fiscali sull’acquisto di nuove stufe e caldaie. Tuttavia dal 1° gennaio 2015 l’IVA sul pellets è stata innalzata dal 10 al 22%, creando non pochi malumori tra produttori e consumatori, ma gli analisti ritengono che questo non fermerà la crescita del mercato delle biomasse, perchè la domanda è abbastanza sostenuta. L’Italia è il primo produttore continentale di stufe, con un 70% di copertura del mercato che vale 10 milioni di euro di fatturato e occupa più di 19 mila addetti, occupazione in crescita, una buona risposta alla crisi occupazionale. Peccato che poi in molte realtà locali la bioenergia subisca opposizione riguardo gli impianti energetici che pure contribuiscono a rallentare il cambiamento climatico e a diminuire il condizionamento dall’estero.