CAPORALATO: LA VIA DELLA PARTECIPAZIONE PER SANARE LA PIAGA
È insieme che si vince la battaglia al caporalato. Una sfida che richiede l’impegno di tutti: enti preposti alla vigilanza, istituzioni politiche, mondo del lavoro, associazioni datoriali. Se vogliamo davvero che il 2016 sia l'anno della svolta, servono interventi ben articolati sulle realtà geografiche che presentano criticità eterogenee. Misure che, di provincia in provincia, di azienda in azienda, rispondano a bisogni diversi. Come abbiamo ribadito recentemente al governo, la repressione da sola non basta. Serve una grande controffensiva partecipata, che parta dal potenziamento delle reti di prossimità per innalzare la qualità del lavoro rurale. Un passo significativo è stato fatto a novembre con un Ddl che introdurrà alcune importanti innovazioni. Tra queste, la confisca per i patrimoni ottenuti con lo sfruttamento; la previsione dell’arresto obbligatorio; l’estensione alle vittime di caporalato del diritto a specifici indennizzi. Importante anche l'inclusione nella Rete del lavoro agricolo di qualità degli enti bilaterali e degli sportelli unici per l’immigrazione. Novità apprezzabili, a condizione che si facciano controlli veri, rigorosi, sistematici, attraverso un coordinamento efficace tra tutti gli enti istituzionali incaricati delle ispezioni. A patto, ancora, che integrazione e accoglienza non restino belle parole su carta. Dobbiamo adottare un approccio dal basso delle politiche migratorie, stabilire quote e flussi in modo coerente con i fabbisogni dei territori. Occorre, su tutto, rafforzare la Rete del lavoro agricolo di qualità e la Cabina di Regia, che abbiamo voluto istituire presso l’Inps per orientare in modo collegiale le ispezioni. Troppe inerzie frenano questi strumenti. A quattro mesi dall’attivazione, la Rete resta al palo. Solo 200 adesioni, un’impresa su mille. Le criticità riguardano l'assenza di misure premiali per chi genera lavoro di qualità, ben tutelato e retribuito. Anche le associazioni datoriali sono chiamate a svolgere un ruolo più attivo, promuovendo l'adesione delle imprese. Altra debolezza riguarda l'assenza di declinazioni territoriali della Rete per stipulare accordi locali su trasporti, servizi, legalità. Infine, non è più rimandabile l'attribuzione delle funzioni territoriali della Cabina di regia. Alle parti sociali il compito di aprire una stagione di maggiore cooperazione con un più incisivo utilizzo di bilateralità e contrattazione provinciale. Leve che possono dare un contributo formidabile di presidio e governo delle dinamiche del mercato del lavoro. È la strada opposta di quella, sciagurata, che porta ad una ulteriore estensione dei voucher: caporali cartacei che destrutturano le tutele economiche, previdenziali ad assistenziali dei lavoratori agricoli. Una via che conduce, semmai, a una regolazione più trasparente e rigorosa dei centri pubblici per l'impiego e delle Agenzie private di lavoro somministrato per quanto riguarda le azioni di reclutamento dei lavoratori e la gestione del collocamento.
Di seguito una rassegna stampa dei quotidiani che hanno pubblicato l'articolo in data odierna