UE: COMITATO DONNE EFFAT AL LAVORO SU POLITICHE DI GENERE
Si è riunito il 2 maggio a Bruxelles il Comitato Donne dell’Effat alla presenza del Segretario generale Harald Wiedenhofer e della Presidente Marianne Landa.
Nella prima parte della giornata è stato affrontato il tema del lavoro domestico in Europa, che interessa principalmente le donne e che presenta ancora sacche di sfruttamento e poca conoscenza degli elementari diritti contrattuali, anche se le situazioni nei diversi paesi europei sono molto disomogenee. Nel pomeriggio, alla presenza della vicepresidente del CES Mir Roca Montserrat, si sono affrontate le tematiche delle politiche di genere che la Commissaria europea alla giustizia Vera Jourova vorrebbe riportare a leggi e normative di singolo paese europeo.
"A nostro avviso questa scelta, se non verrà contrastata, sarà penalizzante e porterà ad un arretramento nelle politiche di genere - ha detto Claudia Sacilotto, in rappresentanza della Fai-Cisl -. Resta il fatto che le politiche di conciliazione sono molto disomogenee all’interno dei paesi della Comunità Europea e che il più delle volte le donne hanno carriere frammentate perché diventano madri. Inoltre, pur a pari professionalità e/o lavoro non corrisponde uguale retribuzione. Anche i paesi più avanzati, con l’apertura di contratti di lavoro a part-time strutturali, lamentano che le donne al momento del pensionamento hanno un reddito penalizzato con una riduzione di circa il 30-40%. Molte componenti hanno denunciato l’aumento della violenza di genere non solo negli ambienti familiari ma anche negli ambienti di lavoro. Come migliorare la prospettiva di genere deve essere parte integrante del nostro modo di lavorare e nel prossimo incontro di giugno verrà elaborata una strategia che in darà vita a un documento", conclude Sacilotto