12 Mag2016
CONSORZI DI BONIFICA: PROCLAMATO LO STATO DI AGITAZIONE PER IL RINNOVO DEL CCNL
“Dopo 15 mesi di trattativa per il rinnovo del Contratto Nazionale di lavoro dei consorzi di bonifica e miglioramento fondiario, Fai CISL, Flai CGIL, Filbi UIL hanno indetto lo stato di agitazione dei lavoratori dei consorzi”. Lo dichiarano in una nota congiunta Fai, Flai e Filbi. “I molti mesi di lavoro ci avevano convinti di essere giunti alla fase conclusiva per il rinnovo del Ccnl. Invece, la posizione assunta dallo SNEBI, con la riproposizione di argomenti già discussi e da noi rigettati, è da ritenere inaccettabile. Non si può non riconoscere per l’anno 2015 alcun aumento salariale né prevedere per gli anni successivi un incremento che non tuteli il potere d’acquisto dei salari, tantomeno togliere le agibilità sindacali alle RSA/RSU; né condividiamo la indisponibilità della controparte ad affrontare i problemi dei lavoratori a tempo determinato o ad aggravare la disciplina dei demansionamenti. Queste sono solo alcune delle criticità che hanno portato alla dichiarazione dello stato di agitazione”. “I lavoratori dei Consorzi – prosegue la nota - hanno diritto ad un CCNL dignitoso e ad un riconoscimento salariale adeguato. Le proposte dello SNEBI non vanno in questa direzione, anzi le riteniamo poco rispettose dei lavoratori che quotidianamente mettono in sicurezza il nostro Paese e garantiscono la distribuzione di un bene primario come l’acqua. In molti Consorzi gli stipendi non sono corrisposti da mesi e, nonostante ciò, i lavoratori fanno sì che tutte le attività vengano svolte correttamente senza alcun disservizio per i cittadini”. “Si stanno svolgendo le assemblee in tutti i luoghi di lavoro per mettere al corrente i lavoratori dello stato della trattativa. Martedì 17 maggio, durante la plenaria alla presenza della delegazione trattante di Fai Flai Filbi, capiremo se ci saranno le condizioni per proseguire il confronto volto a dare un CCNL alle migliaia di lavoratori che lo aspettano da lungo tempo. L’auspicio è che lo SNEBI rivaluti le proprie posizioni e si possa riprendere un confronto che dia le giuste risposte a questo importante settore”.