GRUPPO NOVELLI, MANIFESTAZIONE NAZIONALE LUNEDI 28 NOVEMBRE A ROMA
APPUNTAMENTO PER LE ORE 10 DI FRONTE AL MISE, VIA MOLISE 2
***AGGIORNAMENTO***
A seguito della convocazione da parte del Ministero dello Sviluppo Economico di un incontro a cui sono chiamati a partecipare anche i membri della famiglia Novelli e le istituzioni coinvolte nella vertenza, fissato per lunedì p.v., le segreterie nazionali di Fai, Flai e Uila hanno deciso di spostare la manifestazione nazionale già organizzata per il 28 novembre a Terni su Roma. La manifestazione è convocata, quindi, per lunedì 28 novembre alle ore 10.00 di fronte al Ministero dello Sviluppo Economico a Roma, in Via Molise n. 2.
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“Il destino di Gruppo Novelli-Nuova Panem è purtroppo nella mani di alcuni membri della famiglia che si stanno rivelando, giorno dopo giorno, sempre più irresponsabili. Nonostante i sacrifici fatti negli anni dai lavoratori per cercare di salvaguardare l’occupazione e il destino dell’azienda, nonostante gli sforzi fatti dal CdA e dal MISE che hanno portato al deposito, la scorsa settimana, di un’offerta per l’acquisto dell’intero Gruppo che avrebbe risanato i debiti, alcuni soci della famiglia Novelli stanno tentando di boicottare il futuro dell’azienda e dei lavoratori, rifiutando di fatto di sottoscrivere l’offerta presentata. Queste persone, le stesse che hanno cumulato 120 milioni di debiti, sono irresponsabili”.
Lo dichiarano in una nota congiunta Fai, Flai e Uila.
“Ci chiediamo a questo punto: non esiste il senso di responsabilità sociale? La famiglia in queste ore ha chiesto – attraverso un comunicato – più tempo per valutare un eventuale piano industriale di chi è disposto a subentrare. Ci teniamo a chiarire che questo è un lavoro che dovranno fare le organizzazioni sindacali nell’interesse dei lavoratori, in sinergia con il Mise e le istituzioni territoriali coinvolte. Chi ha prodotto milioni di debiti non è in grado di valutare la bontà di un piano industriale. Il tempo della famiglia Novelli è finito anni fa quando le loro scelte scellerate hanno portato l’azienda sul lastrico. In più, a causa di questo ritardo nella cessione, gli amministratori hanno reso noto che non ci sono i soldi per pagare gli stipendi. Non è possibile che a pagare siano sempre i lavoratori. Ora è il momento delle scelte e tutti sono chiamati a fare la loro parte.”