PROSEGUE LA VERTENZA PERUGINA, SINDACATI E ISTITUZIONI: ALZARE IL LIVELLO DEL CONFRONTO
PRESTO UN TAVOLO CON IL GOVERNO: “VOGLIAMO CAPIRE I PROGETTI DI NESTLÉ IN ITALIA"
Ferma opposizione ai 340 esuberi dichiarati da Nestlé e la volontà di spostare la discussione su un livello più alto, coinvolgendo anche il governo nazionale. È questa la posizione tenuta dai sindacati nel confronto, teso e serrato, con Regione, Comune e Nestlè, che si è tenuto stamattina (15 giugno) presso Palazzo Donini a Perugia. La multinazionale ha sostanzialmente confermato quanto espresso la scorsa settimana in un comunicato stampa a firma dell’amministratore delegato di Nestlé Italia Leo Wencel, ovvero la volontà di tagliare 340 posti di lavoro in Perugina. Dall’altra parte, il sindacato - presente con le segreterie nazionali e territoriali di Flai Cgil, Fai Cisl, Uila Uil, oltre che con i rappresentanti confederali e la Rsu di San Sisto - ha ribadito la propria totale contrarietà ed ha chiesto alle istituzioni di alzare ulteriormente il livello del confronto, interessando il governo, non solo attraverso il Mise, ma anche con i ministeri del Welfare e dei Trasporti, per ricondurre la vertenza Perugina in un contesto adeguato, ovvero nell’ambito di un ragionamento sulle prospettive di Nestlé in Italia e sul ruolo di Perugia nello scacchiere europeo.
L’obiettivo di Flai, Fai e Uila, insieme alla Rsu, è dunque quello di portare la multinazionale fuori da una discussione incentrata solo su costi e tagli, che resta “inaccettabile” non solo per i sindacati, ma anche per le istituzioni locali. "Difendere il lavoro - hanno detto i rappresentanti dei lavoratori - non significa dunque mettere in atto un piano sociale per le ricollocazioni del personale, ma rilanciare invece il piano industriale, così come immaginato nell’accordo del 2015, che aveva proprio l’obiettivo di superare le criticità strutturali dell’azienda, a partire dalla forte stagionalità delle produzioni".
Da questo punto di vista, anche l’idea del "parco tematico” può essere utile, ma solo - hanno sottolineato i sindacati - se “collaterale e non sostitutiva” della produzione industriale, che resta e deve restare il core business di Perugina.
I sindacati hanno poi insistito molto su due aspetti del piano che sono finora rimasti troppo sulla carta: lo sviluppo della confiserie e la cialda per i gelati. “Da questi settori dovevano arrivare risposte anche in termini di contro-stagionalità - hanno detto - quindi chiediamo che Nestlé faccia davvero quello che un anno fa aveva dichiarato con grande enfasi”.
La vertenza Perugina dunque prosegue e si prospetta lunga e difficile. Per questo, i sindacati sono pronti a mettere in campo le necessarie iniziative di mobilitazione, a partire da una forte presenza dei lavoratori a Roma in occasione del primo tavolo nazionale da convocare a breve. Intanto, le Rsu inizieranno un percorso di confronto e sensibilizzazione con tutte le forze politiche e sociali del territorio, "perché la vertenza Perugina non è solo una questione di chi ci lavora - hanno concluso i rappresentanti della Rsu - ma di tutta la città”.