CAPORALATO: PROTOCOLLO LECCE BEL RISULTATO, MA SERVE SVOLTA NAZIONALE
"Bel risultato la sigla a Lecce del Protocollo contro il caporalato. Il documento, se ben implementato, può consolidare la strategia di contrasto affiancando prevenzione e presidio sociale alla necessaria repressione. Un esempio da replicare anche nelle altre province a rischio". Lo afferma Raffaella Buonaguro, segretaria nazionale della Fai Cisl, commentando la firma di un documento che impegna la Prefettura, il Comune e la Provincia di Lecce, la Regione Puglia e i Sindacati al sostegno di progetti di sistema su trasporti, accoglienza e collocamento per i lavoratori migranti dell'agricoltura. "L'intesa pone basi solide e promettenti per rilanciare una controffensiva partecipata all'intermediazione illecita nel settore primario. Certo, ora ci vuole una buona applicazione. La strada è quella che abbiamo tante volte indicato in un maggiore protagonismo delle Parti sociali agricole, della contrattazione e della bilateralità di settore nel governo del mercato del lavoro, nella definizione di politiche abitative e di convenzioni sui trasporti, nella messa in campo di progetti di integrazione, nell'analisi delle criticità indispensabile per orientare in modo competente e mirato ispezioni e controlli. L'occasione è preziosa per chiedere, a livello nazionale, una accelerazione sul Protocollo del Viminale siglato lo scorso anno e, soprattutto, per invocare una svolta sulla Legge 199, che sta funzionando a regime ridotto e continua ad essere svilita negli aspetti relativi alla prevenzione. Se si vuole andare oltre la gestione dell'emergenza si attivino le Prefetture e si dia piena funzionalità alla Rete del lavoro di qualità e alla Cabina di regia presso l'Inps. L'estate torrida che stiamo attraversando impone decisioni immediate da parte del Governo: ne va della vita di donne e uomini, italiani e stranieri, impegnati ogni giorno nelle campagne di raccolta sui territori di tutta Italia", conclude Buonaguro.