PERUGINA, FAI CISL: ACCORDO CHE DA’ RISPOSTE CONCRETE
"Un accordo concreto, che nel mix delle soluzioni individuate offre prospettive reali di tutela occupazionale per le persone dello stabilimento Perugina di San Sisto, dando uno sbocco condiviso a una vertenza strategica per il Paese”. Così il segretario nazionale della Fai Cisl Attilio Cornelli saluta l’intesa odierna tra i sindacati di categoria e la Nestlé sul futuro dell’impianto produttivo umbro della Nestlé-Perugina. “Complessivamente – aggiunge – diamo vita a un piano sociale capace di dare risposte concrete agli esuberi e creare condizioni di occupabilità, sostenibilità sociale e rilancio produttivo”.
L’accordo, aggiunge il coordinatore nazionale Fai Massimiliano Albanese, “va nella direzione di quanto già individuato con il verbale sottoscritto tra le parti sociali al MISE il 15 febbraio scorso, con l’impegno della direzione aziendale ad attivare lo strumento dell’iso-pensione fino a sette anni e l’eventuale proroga della CIGS ove necessaria a dare più tempo alle soluzioni di ricollocazione esterna”. Diverse le soluzioni per attutire in maniera significativa l’impatto sociale dei 364 esuberi individuati dalla Nestlè: oltre all’incentivo di 60.000 euro già definito dalle precedenti intese e all’iso-pensione si aggiungono “opzioni ti tutela occupazionale: la trasformazione incentivata del rapporto di lavoro a part-time, la successione di contratti a termine con diritto di precedenza sulla stagionalità produttiva, un concreto piano di ricollocazione sul territorio sostenuto da una dote economica a favore delle aziende disposte ad assumere con contratti a tempo indeterminato i lavoratori collocati in esubero. In quest’ultimo caso è stata prevista una garanzia sulle ricollocazioni esterne che chiama ad una un’ulteriore responsabilità l’azienda, clausola fortemente voluta dalla delegazione della Fai Cisl.” Una vertenza “difficile che nel confronto di questi mesi ha registrato il grande senso di responsabilità della delegazione della Fai Cisl, che dai delegati, alla segreteria regionale fino al coordinamento nazionale hanno voluto fortemente soluzioni occupazionali come principale risposta e risorsa alla riorganizzazione dello stabilimento Perugina avviata con il piano industriale dell’aprile 2016”, conclude Albanese.