PAC, FAI FLAI E UILA: NO A TAGLIO DEL BUDGET AGRICOLO E RINAZIONALIZZAZIONE
Introdurre il lavoro tra i criteri di condizionalità per concessione aiuti
“L’Italia deve, così come hanno fatto i governi di Francia, Spagna, Portogallo, Grecia, Irlanda e Finlandia, respingere la proposta della Commissione europea che prevede pesanti tagli ai fondi comunitari per la politica agricola comune nel bilancio Ue per il periodo 2021-2027. Una riduzione del 7% rispetto alle erogazioni 2014-2020, che rischia di far perdere agli agricoltori circa 2,7 miliardi di euro, provocherebbe infatti pesanti ricadute sul versante occupazionale. Il budget agricolo deve, quindi, rimanere intatto e va respinta con decisione l’introduzione di eventuali cofinanziamenti nazionali, che corrisponderebbe alla parziale rinazionalizzazione della Pac”.
E’ quanto affermano i sindacati Fai, Flai e Uila in merito alla presentazione delle proposte di regolamento sul funzionamento della Politica Agricola Comune 2021-2027 che, insieme alla Comunicazione sul nuovo Quadro finanziario pluriennale del Maggio scorso, delineano le linee prioritarie della nuova riforma della PAC.
“Non concordiamo con l’Esecutivo europeo che propone un cambiamento totale nella gestione della politica agricola, che passerebbe da una regia europea ad una regia nazionale. La maggiore flessibilità e sussidiarietà avrebbe come conseguenza una diseguaglianza tra gli agricoltori europei, con rischi reali di distorsioni di concorrenza e rinazionalizzazione per il settore agricolo” affermano i sindacati. “Esprimiamo perplessità anche riguardo al contributo che questa nuova PAC può fornire in termini sociali e occupazionali e, in particolare, siamo critici rispetto all’abolizione del beneficio esclusivo per il lavoro dipendente e alla previsione che rende facoltativi per gli Stati membri i pagamenti, in precedenza obbligatori, verso i giovani agricoltori”.
“A nostro parere” continuano Fai, Flai e Uila “è necessario introdurre nella Pac il lavoro e la sua tutela tra i criteri di condizionalità per la concessione di contributi comunitari alle aziende. In concreto ciò significa due cose: associare gli aiuti al mantenimento della occupazione e alla creazione di posti di lavoro duraturi; escludere dai pagamenti dei premi PAC le aziende che violino le leggi o non rispettino i contratti di lavoro”.
“Nella proposta della Commissione, infine, andrebbe data maggiore attenzione alla questione della sicurezza alimentare del cibo nonché alla protezione per la salute, l’ambiente e il clima, visto che le misure proposte in sostituzione del greening obbligatorio, riducono il contributo che la nuova PAC potrà fornire agli obiettivi dell’Accordo di Parigi del maggio 2015 sui cambiamenti climatici”.