"IL LAVORO CERTIFICATO NELL'EXPORT ALIMENTARE", DOMANI A FIRENZE PRESENTAZIONE DEI PIANI FORMATIVI DI FAI, FLAI, UILA E FEDERALIMENTARE
"Competenze europee per aziende che esportano. Il lavoro certificato nell’export alimentare" . Federalimentare, Fai CISL, Flai CGIL, Uila UIL presentano i risultati degli 8 Piani formativi
Il 5 marzo, presso la prestigiosa sede dell’Accademia dei Georgofili a Firenze, il Comitato Tecnico Permanente dell’Industria Alimentare (Federalimentare, Fai CISL, Flai CGIL, Uila UIL) presenterà, unitamente a Fondimpresa, durante il Convegno “Competenze europee per aziende che esportano. Il lavoro certificato nell’export alimentare”, gli esiti di otto Piani formativi finanziati dalla prima scadenza dell’Avviso 4/2017 “Competitività” di Fondimpresa nell’annualità 2018/19.
Le attività hanno coinvolto 468 aziende dislocate in 15 Regioni e 2.465 lavoratori (1.496 operai, 970 impiegati, 34 quadri), per complessive 15.403 ore di formazione, con un impegno finanziario di 3,56 milioni di euro.
Un risultato positivo che si ripete ormai da dieci anni, perché dal 2010 Federalimentare e le organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative nel settore hanno individuato nel binomio “Innovazione e Formazione” lo strumento per migliorare la competitività delle aziende e del lavoro, anche in un periodo congiunturale difficile come quello che sta attualmente vivendo il sistema manifatturiero in Italia e in Europa. Il Vicepresidente di Federalimentare Silvio Ferrari interverrà sul tema, ribadendo come le politiche attive del lavoro – e la formazione in primis – giochino un ruolo determinante per favorire l’incontro tra domanda e offerta di lavoro qualificato e rendere le imprese più competitive sui mercati internazionali.
Il tema della formazione per l’internazionalizzazione sarà, infatti, oggetto del primo approfondimento del Convegno, nel corso del quale verrà presentata l’indagine promossa dal Comitato Tecnico Permanente per comprendere motivazioni, difficoltà e opportunità di questa scelta imprenditoriale. Le evidenze raccolte saranno commentate da Antonino Laspina e Anna Flavia Pascarelli, rispettivamente Direttore Ufficio Coordinamento Marketing e Dirigente Ufficio Agroalimentare e Vini dell’Agenzia per la promozione all'estero e l'internazionalizzazione delle imprese italiane - ICE.
“Sostenere i processi organizzativi e produttivi per ottenere specifiche certificazioni di qualità”, “Sviluppare l’analisi dei mercati e le relative strategie di penetrazione”, “Avviare o migliorare le relazioni commerciali” sono stati i temi scelti dalle imprese che hanno beneficiato di ben 2.980 ore di formazione sull’internazionalizzazione. Infatti, complice la perdurante stagnazione dei consumi interni, le aziende alimentari si sono rivolte ai mercati esteri, non solo europei e statunitensi, ormai tradizionalmente consolidati. Le nuove frontiere sono i Paesi dell’est Europa, quelli emergenti del mondo arabo e dell’America Latina e la Cina, che sempre più sembrano apprezzare il cibo Made in Italy.
Il secondo tema di approfondimento sarà quello della validazione delle competenze acquisite: infatti, 742 lavoratori (30% del totale allievi) hanno raggiunto una certificazione che rende la loro formazione riconosciuta e spendibile nel mercato del lavoro. Un risultato importante che va nel senso di una progressiva equiparazione delle qualificazioni professionali italiane ed europee, come spiegherà Michela Bastianelli, responsabile del coordinamento EQF Italia per ANPAL.
In un contesto che si profila difficile per il settore manifatturiero europeo e nazionale, anche a causa della guerra dei dazi e delle sanzioni portata avanti dall’attuale leadership statunitense e per le ancora incerte modalità di attuazione delle Brexit, a maggior ragione, oggi, gli investimenti in nuove tecnologie, gli incentivi per IMPRESA 4.0, e i finanziamenti per la formazione continua diventano strumenti essenziali per affrontare e superare le difficoltà; inoltre la contrattazione aziendale su tali materie, se condotta con responsabilità da ambo le parti, può rappresentare un elemento di coesione per rendere l’impresa più competitiva ed il lavoro più sicuro e professionale. Concluderà i lavori del Convegno Bruno Scuotto, Presidente di Fondimpresa.