PARMIGIANO, ROTA: "LACTALIS MANTENGA IMPEGNO PER SOSTEGNO DOP ITALIANE"
Il Segretario generale Onofrio Rota: “Acquisizione Parmigiano Reggiano va valutata sul piano industriale e occupazionale e non tramutata in derby politico”
“Si tratta di una acquisizione che va valutata sul piano delle prospettive industriali e occupazionali e non tramutata in un derby politico. Ancora una volta la politica italiana si è distinta per saper fare molto rumore e zero fatti, visto che a nulla è servita la levata di scudi contro quella che è stata definita una ‘svendita’ del Parmigiano Reggiano. Come avevamo detto, servono meno slogan allarmistici e più fatti concreti per sostenere il lavoro italiano”.
Lo afferma il Segretario generale della Fai Cisl, Onofrio Rota, in merito all’acquisto, da parte di Lactalis, dell’intero capitale della Nuova Castelli, società leader nella distribuzione di formaggi Dop italiani e principale esportatore di Parmigiano Reggiano, già oggi di proprietà di un fondo finanziario inglese e gravata da un forte indebitamento.
“L’acquisizione di Nuova Castelli – prosegue Rota – permette pertanto di superare una situazione di crescente incertezza e instabilità del gruppo. Lactalis da parte sua ha fatto sapere di essere pronta a sostenere i prodotti Dop italiani nel mondo. Vigileremo affinché l’impegno venga mantenuto, perché la multinazionale francese investa seriamente nel nostro Paese per creare crescita e occupazione, valorizzare tutti i marchi e siti produttivi, le nostre filiere, aprire nuovi spazi di mercato, rafforzare la competitività del Made in Italy nel mondo”.
“Il governo italiano – conclude il leader del sindacato agroalimentare – anziché urlare sempre contro le invasioni straniere speculando sulle paure degli italiani, dovrebbe agire con maggiore pragmatismo e mettere in campo strumenti di sostegno alle nostre imprese, che come è noto rappresentano uno scenario molto frammentato in piccole e micro realtà e necessitano di innovazione di processo e di prodotto, di internazionalizzazione, di riduzione della pressione fiscale, di capacità di fare rete. Invece le scelte politiche sembrano portare ben altrove”.