AGRICOLTURA, ROTA: "NON SERVONO VOUCHER MA MIGLIORARE LAVORO E VALORE LUNGO LA FILIERA"
Svolto oggi un confronto tra Maurizio Sacconi e Onofrio Rota, segretario generale della federazione agroalimentare della Cisl: “Il problema della manodopera si risolve valorizzando la bilateralità già esistente: non occorre dequalificare ma migliorare il lavoro e la redistribuzione del valore lungo la filiera”
“La mancanza di manodopera è un problema reale, ma un’ulteriore estensione dei voucher nel settore non serve. Premesso che per studenti, disoccupati e pensionati il voucher già è utilizzabile, il problema va risolto offrendo il lavoro dignitoso garantito dal contratto nazionale. La sfida, oggi più che mai, è redistribuire la catena del valore lungo la filiera e rendere più appetibile e sicuro il lavoro agricolo, non certo dequalificarlo”.
Lo ha detto il segretario generale della Fai Cisl, Onofrio Rota, in un confronto con Maurizio Sacconi, Presidente Amici Marco Biagi e già Ministro della Salute e del Lavoro, svolto oggi online e moderato dal Presidente di ADAPT Emmanuele Massagli.
“Tra le proposte che abbiamo avanzato alle Ministre Catalfo e Bellanova – ha spiegato Rota – centrale è il bisogno di valorizzare il ruolo degli enti bilaterali territoriali, che sono le sedi più idonee per garantire oggi sia un più efficiente incrocio tra domanda e offerta di lavoro che un capillare controllo sull’applicazione delle misure anti Covid19. Va seguita la buona pratica avviata ad esempio a Verona, tra Agri.Bi. e Veneto Lavoro. Accanto a questo, abbiamo ribadito quanto sostenuto da tempo circa una regolarizzazione dei braccianti immigrati che già operano nel settore: sarebbe una misura di civiltà, a garanzia di tutti, italiani e non, da finalizzare all’emersione del lavoro nero, al contrasto del caporalato, alla tutela della salute pubblica. Quanto al coinvolgimento delle agenzie interinali, che al momento possono intercettare tante offerte di manodopera provenienti dai settori con attività sospese – ha affermato il sindacalista – non siamo contrari, purché sia gestito dagli enti bilaterali con convenzioni ad hoc, dove siano chiari i tempi di attuazione, la garanzia della continuità contributiva, il pieno rispetto del CCNL agricolo e della contrattazione in tutti i suoi livelli”.