GIORNATA MONDIALE DELL'ALIMENTAZIONE, ROTA: “RIEQUILIBRARE IL VALORE DELLE FILIERE”
Il sindacato nella Giornata Mondiale dell’Alimentazione rilancia anche l’appello sul CCNL dell’industria alimentare: “Aderiscano tutte le imprese”
“Qualità del cibo e qualità del lavoro sono due facce della stessa medaglia: soltanto riequilibrando il valore lungo le filiere produttive e distributive potremo garantire il diritto al cibo a tutta la popolazione mondiale”.
Così Onofrio Rota, Segretario Generale della Fai Cisl, commenta la ricorrenza della Giornata Mondiale dell’Alimentazione, che coincide oggi con il 75° anniversario della FAO, l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura; il tema di quest’anno è “Coltivare, nutrire, preservare insieme”.
“In questa giornata – aggiunge il sindacalista – si celebrano in tutto il mondo gli eroi dell’alimentazione, lavoratrici e lavoratori che garantiscono l’approvvigionamento e la sicurezza alimentare. La verità però è che esistono ancora contraddizioni inaccettabili, con sacche di sfruttamento, indigenza, e più di 800 milioni di persone che ogni giorno non riescono a procurarsi alcun tipo di cibo e sono a rischio denutrizione. Per questo la sfida contro la fame va affrontata a livello globale, tutelando le persone più vulnerabili alla crisi, rendendo i sistemi agroalimentari più resilienti e rafforzando le politiche per lo sviluppo sostenibile. Ma soprattutto, riconoscendo maggiori diritti e tutele ai lavoratori. In Italia, è paradossale che il 40% di chi opera nell’industria alimentare non sia ancora coperto dal nuovo contratto di settore siglato il 31 luglio scorso: lo stato di agitazione e lo sciopero nelle aziende che non hanno aderito, hanno portato a risultati molto positivi, ora però dobbiamo fare in modo che tutte le associazioni di imprese riconoscano quell’accordo come l’unico contratto del settore”.
“Quanto all’agricoltura – conclude Rota – rappresenta il più grande datore di lavoro nel mondo, fornendo i mezzi di sussistenza al 40% della popolazione globale. L’Italia è leader per sostenibilità e biodiversità, ma implementando l’agricoltura 4.0 e la transizione digitale abbiamo ancora ampi margini per ridurre l’impatto ambientale, migliorare gli standard di sicurezza sul lavoro, implementare le produzioni. Anche per questo serve un impegno comune per qualificare il lavoro agroalimentare con più formazione, valorizzando il ruolo degli enti bilaterali territoriali e le collaborazioni con scuole, università, centri di ricerca. Ma il riequilibrio del valore lungo le filiere passa anche per lo sblocco dell’iter legislativo sulle aste al doppio ribasso, che va approvato al più presto per costruire ulteriori strumenti di lotta alle speculazioni. Mentre a livello europeo, servirà una PAC dalle rafforzate condizionalità sociali, che chiuda i rubinetti dei finanziamenti a chi non applica i contratti e produce dumping sociale”.