PAC, SINDACATI: GOVERNO SOSTENGA CONDIZIONALITÀ SOCIALE PROPOSTA DAL PARLAMENTO UE
Nuovo appello di Fai Cisl, Flai Cgil e Uila Uil in vista della riunione del 19 novembre da parte del “trilogo” europeo
In vista della riunione del 19 novembre del “trilogo” tra Commissione, Consiglio e Parlamento europei sulla riforma della Pac, i sindacati Fai-Cisl, Flai-Cgil e Uila-Uil ribadiscono il loro appello al governo italiano a sostenere il principio di una Pac più sociale e attenta ai diritti del lavoro.
In particolare, Fai, Flai e Uila chiedono ai rappresentanti italiani di adoperarsi affinché il Consiglio, che rappresenta i governi nazionali, condivida l’emendamento, approvato dal Parlamento europeo lo scorso 23 ottobre, che ha introdotto il requisito del rispetto dei contratti di lavoro e delle leggi sociali tra i criteri che condizionano la concessione degli aiuti comunitari alle aziende.
“La condizionalità sociale degli aiuti pubblici è un principio di buon senso che i sindacati italiani, insieme all’Effat, portano avanti da 20 anni e che oggi, per la prima volta, appare possibile realizzare”, affermano i segretari generali Onofrio Rota (Fai), Giovanni Mininni (Flai) e Stefano Mantegazza (Uila), “un principio sostenuto e condiviso in Europa, da milioni di lavoratori agricoli e dalla stragrande maggioranza degli agricoltori che rispettano i diritti dei lavoratori e subiscono la concorrenza sleale di quelli che non lo fanno”.
Un principio condiviso anche da una larga coalizione di organizzazioni non governative e del volontariato europee, tra le quali WWF, Slow Food e Actionaid che, in una lettera rivolta alle istituzioni e alle forze politiche europee lo scorso 30 settembre, ne hanno chiesto l’introduzione “per garantire che i beneficiari della PAC rispettino i diritti del lavoro, gli standard sociali e i contratti collettivi”.
“Il voto del Parlamento europeo del 23 ottobre ha un’importanza storica, ma non basta”, concludono Rota, Mininni e Mantegazza: “Il governo italiano, sostenendo il principio della condizionalità sociale nell’ambito del Consiglio, può fare da apripista in Europa e determinare un vero e grande cambiamento per una Pac più equa e veramente sostenibile che, insieme agli obiettivi ambientali, persegua anche il rispetto dei diritti dei lavoratori agricoli europei”.