INCONTRO FAI REGIONI DEL SUD: "FORESTAZIONE SIA PRIORITÀ PER GOVERNO E REGIONI, 'TUTE VERDI' STRATEGICHE PER LA TRANSIZIONE ECOLOGICA"
“In nome del taglio alle spese – ha detto il sindacalista – oggi la forestazione sembra concepita dalle amministrazioni come un settore di nicchia nonostante interessi il benessere e la sicurezza di tutta la collettività. Eppure in Italia i costi per le emergenze sono ben più esosi della prevenzione e continuano a crescere, fino a spendere ogni anno 6 miliardi di euro per i danni del dissesto idrogeologico. La verità è che il lavoro forestale non è una spesa ma un investimento per prevenire nuove tragedie e per mitigare quegli effetti dei cambiamenti climatici che, come ci ha ricordato due giorni fa il Presidente Mattarella, l’Italia sta affrontando in maniera inadeguata, procedendo in ordine sparso, con risorse ordinarie e strumenti obsoleti”.
“La questione ambientale deve essere al centro dell'agenda politica a tutti i livelli. – ha commentato il Segretario Generale Cisl Sicilia Leonardo La Piana - In Sicilia occorre ripartire dalla valorizzazione del sistema boschivo, del recupero del territorio, soprattutto in chiave di prevenzione del dissesto idrogeologico, che a causa degli ormai evidenti effetti dei cambiamenti climatici, è indispensabile per passare da una gestione di tipo emergenziale a una di prospettiva. Sollecitiamo il governo regionale ad avviare un confronto sistematico con le parti sociali, per fare partire in materia ambientale una strategia che sia di crescita e sviluppo".
Tra i dati emersi dall’iniziativa, il dimezzamento degli operai idraulico forestali: “In Sicilia – ha sottolineato Adolfo Scotti, Segretario generale della Fai-Cisl regionale – siamo passati da 33mila 15mila, che per un territorio così vasto, con una morfologia complessa, è un numero scarsissimo”. Stesso trend per le altre regioni: in Puglia ci sono ad oggi 750 addetti, in Calabria 3.773, in Sardegna circa 5 mila, in Campania si è passati da 5mila nel 2012 a 2.430. “È uno scandalo – ha concluso Rota – che il nostro paese continui a importare oltre l’80% del legno e a mancare la connessione tra forestazione e altri settori come energia, turismo, agroalimentare: la valorizzazione delle ‘tute verdi’ in chiave produttiva e preventiva deve essere un tema prioritario nell’agenda del governo e delle regioni”.