7 OTTOBRE: A 12 MESI DALLA VILE AGGRESSIONE CONTRO I CITTADINI ISRAELIANI, RILANCIAMO IL MONITO PER UNA PACE GIUSTA E DURATURA
Dodici mesi fa il mondo ha assistito alla vile e disumana aggressione contro Israele. Quel massacro, vale la pena ricordarlo a qualche fanatico smemorato, rappresenta una deliberata violenza volta ad eliminare cittadini inermi, colpevoli esclusivamente di essere ebrei. Per questo dovrebbe far riflettere tutti l’emergere, in questi giorni, in alcune manifestazioni pro-Palestina, di rigurgiti antisemiti e antisionisti che speravamo fossero stati consegnati alla storia. Atteggiamenti ancora più assurdi se pensiamo che spesso provengono da ambienti ideologici in cui si simpatizza per Putin e si ritengono gli ucraini colpevoli di espansionismo o addirittura di radici neonaziste.
Ma indubbiamente la spropositata reazione militare voluta dal Primo Ministro di Israele, Benjamin Netanyahu, rappresenta un accanimento incomprensibile che in un anno ha colpito molti più civili che obiettivi militari. Le stime ufficiali parlano di un anno nero: dal 7 ottobre 2023 sono morti almeno 1.200 israeliani, 5.430 persone sono rimaste ferite, e nella Striscia di Gaza le vittime tra i cittadini palestinesi sono oltre 41mila, di cui almeno 10mila bambini, inoltre più di 90mila civili sono rimasti feriti, mentre in Cisgiordania il bilancio è di 569 morti e 5.500 feriti. A questo si aggiungono i feriti e uccisi anche nei corpi diplomatici e nelle organizzazioni umanitarie, più una quantità incalcolabile di profughi, famiglie in fuga, progetti di vita spezzati.
Oggi il Medio Oriente appare sconvolto e tutti continuiamo ad assistere, impotenti, ad una escalation che sta destabilizzando gli equilibri geopolitici a livello globale. Quello che serve è un reale processo di Pace che includa la liberazione, da parte di Hamas, di tutti gli ostaggi, e lo stop immediato delle azioni militari verso i civili da parte di Israele. Ecco perché la Fai-Cisl torna a sollecitare l’impegno di tutta la comunità internazionale, delle diplomazie, del sindacato europeo, di tutte le forze politiche e soprattutto dell’Ue, per guardare a questo obiettivo e all’avvio di un percorso verso la pacifica convivenza tra due Stati e due popoli. Il mondo del lavoro vuole Pace, Sviluppo e Libertà, non odio e crudeltà. Oggi più che mai, torniamo ad esprimere piena solidarietà ai lavoratori palestinesi e israeliani che ripudiano la violenza e un sentito sostegno a tutte le vittime civili.
Nella consapevolezza che la Pace, come ci ha ricordato Papa Francesco, non è soltanto silenzio delle armi e assenza di guerra, ma “è un clima di benevolenza, di fiducia e di amore che può maturare in una società fondata su relazioni di cura, in cui l’individualismo, la distrazione e l’indifferenza cedono il passo alla capacità di prestare attenzione all’altro, di ascoltarlo nei suoi bisogni fondamentali, di curare le sue ferite, di essere per lui o lei strumenti di compassione e di guarigione”. Un monito che deve invitare tutti ad abbassare le tensioni, ad evitare l’estendersi della guerra, ad adoperarsi per una pace giusta e duratura, a portare avanti azioni di riconoscimento reciproco e di dialogo, come unica via possibile per porre fine all’odio e alle violenze.
Onofrio Rota, Segretario Generale FAI CISL