BONIFICA, ROTA: “POTENZIARE IL LAVORO DEI CONSORZI, DATI ISPRA PREOCCUPANTI”
A Bologna con i lavoratori della bonifica l'incontro “Crisi climatica e gestione delle acque"
Si è svolto oggi a Bologna presso il Consorzio di Bonifica Renana il convegno “Crisi climatica e gestione delle acque: il ruolo strategico dei consorzi di bonifica”. L’iniziativa, organizzata dalla Fai-Cisl nazionale, si è aperta con i saluti delle istituzioni locali e l’intervento della Segretaria nazionale Raffaella Buonaguro, che ha sottolineato: “Per anni i consorzi sono stati considerati enti inutili, invece nello scenario della difesa del territorio sono strategici, ecco perché vanno gestiti con lungimiranza, anche utilizzando al meglio le risorse del Pnrr per le reti idriche, che in Italia raccolgono solo l’11% dell’acqua piovana. Solo nel 2023 - ha ricordato la sindacalista - abbiamo avuto 36 vittime del dissesto idrogeologico, dobbiamo chiederci se rispetto a quanto accaduto a Valencia, un mese fa, con la tragica alluvione che ha causato oltre 220 vittime, siamo stati solo più fortunati: Stato, Regioni ed enti locali devono investire di più sul lavoro di questa categoria per imparare a fare prevenzione, non possiamo affidarci alla sorte o alla sola gestione delle emergenze”.
Attilio Toscano, Professore ordinario di idraulica e sistemazioni idraulico-forestali all’Università di Bologna, ha evidenziato il bisogno di “implementare la resilienza dei territori: abbiamo una storia importante e riconosciuta nella gestione delle infrastrutture idriche, ma bisogna tornare a pianificare le opere necessarie, che non richiedono pochi mesi ma anni, poi le infrastrutture non vanno solo realizzate ma gestite in maniera dinamica, e i consorzi di bonifica hanno dimostrato di saper cogliere proprio questa sfida, approvvigionando il sistema agricolo e migliorando la qualità delle acque”.
Inevitabile un riferimento anche a quanto accaduto in Emilia Romagna nel 2024, con 23 fiumi esondati contemporaneamente e 80 frane: “Qui come in altri territori - ha detto Daniele Saporetti, Segretario Generale della Fai-Cisl regionale - sono emerse le conseguenze delle attività umane di cementificazione, deforestazione, degradazione del suolo: valorizzare il lavoro dei consorzi di bonifica significa migliorare la prevenzione del dissesto idrogeologico davanti a calamità sempre più estreme”.
All’evento, moderato dalla giornalista del Sole 24 Ore Ilaria Vesentini, sono intervenuti tra gli altri Attilio Toscano, Professore ordinario di idraulica e sistemazioni idraulico-forestali all’Università di Bologna, Alessandro Bratti, Segretario Generale dell’Autorità distrettuale del Fiume Po-MiTE, Orietta Ruccolo, Segretaria regionale della Cisl e Massimo Gargano, Segretario nazionale Snebi, che ha denunciato: “Dobbiamo invertire un trend vecchio nel Paese. Nella finanziaria attuale non c’è un centesimo per il piano nazionale degli interventi infrastrutturali del settore idrico, ma il problema delle scarse risorse viene da lontano, inoltre negli ultimi 30 anni sono sorte continue conflittualità tra enti locali e amministrazioni che non hanno portato ad alcun risultato né contro la siccità né contro il dissesto idrogeologico. Se il mondo della bonifica ha saputo reggere ai cambiamenti è soprattutto grazie al lavoro, che è anche identità, partecipazione, crescita, per questo oggi ci preoccupa la fuga dal lavoro cui stiamo assistendo in diversi settori”.
Ha concluso i lavori Onofrio Rota, Segretario Generale Fai-Cisl nazionale: “I consorzi di bonifica vanno inquadrati nella visione più ampia del lavoro ambientale a difesa del territorio, oggi dobbiamo potenziare questo settore guardando a una logica di economia diretta e di circolarità strettamente connessa con i territori. Dobbiamo prendere come esempio quelle buone pratiche fondate sulla sostenibilità dei consorzi e dobbiamo superare quelle che non funzionano, in cui anziché l’autogoverno del mondo agricolo sono prevalse logiche politiche accumulando debiti, inefficienza e mensilità non retribuite ai lavoratori. Anche dal punto di vista contrattuale - ha aggiunto il leader della Federazione agroalimentare della Cisl - siamo pronti a guardare alle sfide future, perché in un mondo in trasformazione sarà importante valorizzare le professionalità, innalzare i redditi, migliorare il welfare, per contribuire a riqualificare il settore”. In conclusione Rota ritenendo "preoccupanti i nuovi dati Ispra" ha anche ribadito la proposta della Fai-Cisl di una legge contro il consumo di suolo: "Anche nel 2023 è rimasto troppo elevato, continua ad avanzare 20 ettari al giorno, ricoprendo nuovi 72,5 km2, una superficie estesa come tutti gli edifici di Torino, Bologna e Firenze: serve una legge organica che sappia dare più coerenza alle politiche ambientali mettendo fine alla cementificazione selvaggia e privilegiando le logiche di rigenerazione urbana e riqualificazione del territorio”.