CONCLUSO A FIRENZE IL CORSO DI FORMAZIONE DELLA FAI PER GIOVANI SINDACALISTI
Nei giorni 22-24 luglio, al Centro Studi Nazionale di Firenze, si è svolto il Corso Nazionale di Formazione per giovani sindacalisti della Fai, organizzato dalla Federazione in collaborazione con la Fondazione Giulio Pastore. I lavori sono stati aperti dal Prof. Aldo Carera, Presidente della Fondazione. In aula erano presenti 31 Corsisti in rappresentanza di tutte le realtà territoriali e professionali proprie della Federazione. Nell’intervento introduttivo il prof. Aldo Carera, ha evidenziato gli elementi propri di una cultura sindacale che ha preso forma nei primi anni Cinquanta con la Fondazione della Cisl, fissando il collegamento funzionale tra le trasformazioni del lavoro e la natura, i fini e le modalità d'azione di un'associazione sindacale. Il pomeriggio di giovedì 23 e la mattinata di venerdì 24 sono stati affidati a Uliano Stendardi del Dipartimento contrattazione confederale. Lezioni, lavori di gruppo, dibattiti in plenaria e confronto con il relatore, hanno consentito ai corsisti di ricostruire i passaggi che hanno portato al raggiungimento dei più importanti accordi su contrattazione e rappresentanza, intercorsi tra il 2009 e oggi. Nel trarre le conclusioni del corso il Commissario Nazionale, Luigi Sbarra, ha sottolineato in premessa l'importanza decisiva della formazione nella cultura sindacale della Fai e della Cisl. Così come Pastore ha considerato la centralità della formazione nel fondare il sindacato nuovo, oggi per la Fai e per la Cisl si pone la necessità di investire nella crescita di giovani sindacalisti e sindacaliste per rendere vitale il sindacato in una fase di grandi mutamenti dentro e fuori le organizzazioni dei lavoratori. Un rinnovato dialogo con i giovani – ha detto ancora Sbarra – è indispensabile per rigenerare la rappresentanza dei ceti deboli e per dare forza al rinnovamento della cultura del lavoro, della contrattazione. Un impegno formativo che deve coinvolgere anche i quadri dirigenti in un rilanciato e consolidato sforzo di costante aggiornamento culturale. Il sindacalista Cisl per eccellenza è il grande interprete dello spirito associativo che genera iscritti, colui che sa gestire la mobilitazione ma che, soprattutto, sa fare accordi che scaturiscano dalle competenze e da una costante assunzione di responsabilità. Rappresentare – ha proseguito Sbarra – significa interpretare le esigenze specifiche e articolate dei lavoratori. Cosa possibile con il rilancio dell'azione nei territori e nelle imprese. Solo ripartendo, infatti, dalla base associativa e dal lavoro la Fai e la Cisl possono accostarsi ai grandi e complessi problemi economici e sociali europei e internazionali. In un Paese che ha bisogno di rigenerare la coesione è sempre più decisivo tornare ad affrontare la questione meridionale. Coesione è lotta all'evasione fiscale, alla corruzione; solo così si possono liberare risorse a vantaggio delle famiglie e delle imprese sane. La ripartenza del Paese è premessa per conseguire maggiore giustizia sociale. Altri snodi riguardano il trattamento dei lavori usuranti e la ridefinizione della flessibilità in uscita. Ma l'efficienza delle imprese esige un nuovo modello contrattuale. La proposta avanzata dalla Cisl in questi giorni, corrisponde alla determinazione della Confederazione nel contrapporre la contrattazione alla legge, nel ridefinire autonomamente la rappresentanza. Anche con questa strategia la Cisl – ha concluso Sbarra – si propone come interprete del ruolo fondamentale dei soggetti sociali per lo sviluppo e per la democrazia. Più di ogni altro settore l’agroalimentare italiano ha resistito alla crisi, più di ogni altro può essere parte del rilancio del Paese. La Fai si mette in gioco su tutti i piani, quello della rappresentanza nel rinnovo contrattuale, dell’efficienza dei servizi, della comunicazione e dell’informazione affinché si arrivi alle persone e ai territori, attraverso una formazione continua. La premessa è l’impegno della Fai alla trasparenza, alla cristallina gestione delle risorse. Così che la Fai possa ripartire con la ricostituzione degli organi centrali di governo, all’interno del processo di riorganizzazione in corso nella Cisl.