COSENZA - L'ABBANDONO DELLE AREE MONTANE COME CONSEGUENZA DEI DISASTRI AMBIENTALI
“La politica e le istituzioni devono riconoscere che tra le cause di questi disastri ambientali vi è l’abbandono delle aree montane e la conseguente mancanza di manutenzione dei versanti, la cementificazione diffusa e la conseguente impermeabilizzazione del territorio che aumenta la velocità con cui le precipitazioni si riversano dalla parte alta dei versanti a valle. Basta con la cultura dell’emergenza, è necessario una strategia di prevenzione che coinvolga tutti gli attori capaci di dare un contributo, promuovere la riconversione delle aree montane e delle zone rurali, sostenere la redditività della montagna e favorire robuste campagne di sensibilizzazione”.
La FAI Cisl provinciale, tramite il suo segretario generale, Michele Sapia, a seguito del tragico evento calamitoso verificatosi nella Sibaritide che è anche zona del Distretto Agroalimentare di Sibari, nei comuni di Rossano, Corigliano Calabro, Crosia e Cassano Jonio, lo scorso 12 agosto, lancia un forte appello alla politica e a tutte le istituzioni affinché resti viva, oggi e in futuro, l’attenzione rispetto al problema dell’ambiente e difesa del suolo. Esprimiamo massima solidarietà, prosegue la nota, alle tante aziende agricole, strutture turistiche e famiglie colpite dal recente disastro ambientale e un sentito ringraziamento a tutti coloro, come i lavoratori forestali dipendenti di Calabria Verde e dipendenti dei Consorzi di Bonifica che anche in questa tragica occasione, assieme alla protezione civile, Anas, forze dell’ordine e i tanti volontari, hanno dimostrato impegno e continuano, in queste ore, a dare un importante contributo in quelle zone del territorio più colpite. Ma sarà indispensabile un reale cambio di rotta, sostiene Michele Sapia, e non dimenticare disagi e difficoltà che l’intero territorio ha subito e che continua a sopportare. Dobbiamo superare le solite dichiarazioni e presenze politiche del momento ma uscire realmente dal paradosso di una regione che da anni, non riesce a passare dall’emergenza alla gestione ordinaria con interventi strutturali e politiche sostenibili di uso del suolo. Dopo questo tragico evento ambientale, lanciamo un appello rivolto a tutte le Istituzioni, dichiara Sapia, affinché si impegnino a valorizzare e tutelare le aree interne e montane attraverso l'attivazione di sinergie con l’Istituto di Ricerca per la protezione Idrogeologica del CNR, le Università della Calabria e migliorare la cooperazione e la sinergia fra i diversi attori, pubblici e privati che operano nella difesa del suolo. Chi non investe prima e non è lungimirante, sostiene il segretario della FAI Cisl di Cosenza, sarà sempre costretto a fare il famoso pronto soccorso con forte esposizione ai consueti fenomeni di corruzione e aggravio di spesa, difatti la stima dei danni causati, solo nel territorio comunale di Rossano, che ammonta a oltre 52 milioni di euro, rappresenta una somma importante. È indispensabile evitare ulteriori errori, sottolinea Sapia, specie in una regione prevalentemente montuosa, pertanto chiediamo al Governo regionale, impegnato in questa e altre vicende emergenziali, l’avvio di un tavolo tecnico di gestione sostenibile del territorio, assieme a tutti gli attori capaci di dare un contributo, per poi definire una programmazione preventiva e risolutiva a difesa delle aree montane e pedemontane, impegnando ed utilizzando a tale scopo risorse e finanziamenti nazionali e sopratutto comunitari, garantendone il corretto utilizzo e un controllo più rigido sulla realizzazione dei progetti. Infine, ai parlamentari calabresi, conclude la nota, chiediamo un energico impegno politico finalizzato a dare avvio a quanto richiesto da tempo dalla Cisl e FAI Cisl nazionale, un Piano Nazionale per la messa in Sicurezza del Territorio da Sud a Nord, che si concentri non solo sulle grandi realtà urbane ma anche sulle tante aree interne e montane che soffrono da troppi anni l’indifferenza dell’azione pubblica.