CAPORALATO: SUBITO RISPOSTE SU CABINA REGIA, CERTE DICHIARAZIONI INQUIETANO
"Qui, dalla Puglia, il 25 giugno abbiamo di fatto conquistato la legge contro il caporalato. Qui, dalla Puglia, quasi un anno più tardi chiediamo al governo Gentiloni, a suoi ministri, ai suoi sottosegretari, cosa intendono fare, se davvero vogliono condurre in porto questa riforma storica dandogli compiutezza e senso. Perché in caso contrario si può stare certi che la mobilitazione sindacale continuerà con più energia di prima". Così Luigi Sbarra, segretario generale della Fai, la federazione agroalimentare-ambientale della Cisl, a margine dei lavori del congresso della struttura sindacale pugliese. "In questi giorni - ha detto il sindacalista - ci sono cose che non tornano, dichiarazioni che mettono in discussione il valore di un provvedimento che abbiamo costruito insieme. E che inquietano non poco, specialmente se provengono da esponenti politici investiti di responsabilità di sottogoverno".
"L'Esecutivo deve parlare chiaro e dirci se vuole dare vera operatività alle leve sociali istituite con la legge 199, a cominciare dalla Cabina di Regia, o se invece vuole continuare a nicchiare, a perdere tempo, rinunciando ad assumersi responsabilità prese in modo solenne davanti al Parlamento e di fronte alle forze del lavoro". "Gli effetti della nuova legge sul piano penale sono indiscutibili, e noi li salutiamo con soddisfazione. Ma senza il pieno coinvolgimento delle parti sociali, senza un contrasto partecipato dal sindacato sui territori, la battaglia non potrà essere vinta. Il ministro Martina e il premier Gentiloni diano segnali concreti, perché il sindacato, e di certo la Fai Cisl, non aspetta ancora a lungo, specialmente se altri soggetti nel frattempo si intestano strane battaglie di retroguardia".
Sbarra ha poi richiamato l'importanza del tessuto agroalimentare e ambientale in Puglia e in tutto il Mezzogiorno: "I nostri comparti danno un contributo formidabile alla causa meridionalistica, generando sviluppo e coesione in corrispondenza delle filiere che puntano sulla qualità del lavoro e del capitale umano. I decisori pubblici devono dare spazio a un modello di sviluppo fondato sulla messa a sistema della rete agro-industirale-ambientale, valorizzando quell’insieme di luoghi, persone, competenze che rappresenta una risorsa insostituibile in termini di produzione di ricchezza, freno all’abusivismo e alla speculazione, argine allo spopolamento delle aree interne e depresse, deperimento del suolo, dissesto idrogeologico". "Le risorse - ha evidenziato Sbarra - vanno individuate nelle dotazioni nazionali ma soprattutto in quelle europee, che vanno impiegate secondo una logica aggiuntiva e non sostitutiva rispetto alle spese correnti. Serve una governance ben coordinata sui progetti, con tavoli partecipati dal mondo del lavoro e dell’impresa, condizione indispensabile per assicurare il rispetto di indispensabili clausole sociali".