IL NUOVO VOLTO DELL'INTEGRAZIONE: A ROMA INCONTRO CON BASSETTI, FURLAN, MINNITI, SBARRA
“Dobbiamo avviare una stagione nuova nella gestione delle problematiche connesse al fenomeno dello spostamento dei popoli. Caporalato, contrasto alla tratta, procedure di salvataggio e accoglienza, sistemi di inclusione, modelli di integrazione sociale e lavorativa: sono tessere di un mosaico che va composto senza escludere le responsabilità di nessuno, in un contesto di vero e strutturato dialogo sociale, vorrei dire di concertazione. Dobbiamo uscire finalmente da una logica dell'emergenza e da un'eterna gestione del presente, imprimendo una prospettiva a politiche e soluzioni positive per i migranti, per le loro famiglie, per lo sviluppo dei Paesi d'origine. E anche per le nostre comunità, che si arricchiscono nell'incontro proficuo delle diversità”. Così Luigi Sbarra, Segretario generale della Fai Cisl, concludendo la relazione introduttiva dell’incontro “Il nuovo volto dell’integrazione”, svoltosi oggi a Roma. L'iniziativa, organizzata da Fai, Cisl e Anolf, ha visto partecipare circa 700 persone e, tra gli altri, ha registrato gli interventi del Presidente della Cei, Cardinale Gualtiero Bassetti, del ministro dell'Interno Marco Minniti e di don Aldo Buonaiuto, della Comunità Papa Giovanni XXIII. Le relazioni sono stati intercalate da diverse testimonianze di lavoratori e studenti migranti o di origine non italiana.
Ha chiuso i lavori la Segretaria Generale della Cisl, Annamaria Furlan.
Nel suo intervento, Luigi Sbarra ha sottolineato fra l'altro che “c’è una narrazione da reimpostare sull'immigrazione, una concordia da riconquistare a partire dal superamento di almeno di tre luoghi comuni”. Primo stereotipo: l’immigrato ruba il lavoro agli italiani, “ma i dati dicono che crea occasioni aggiuntive, muove economie altrimenti assopite; il lavoro migrante contrattualizzato e ben tutelato genera quasi il 9% del Pil nazionale, circa 130 miliardi ogni anno”. La seconda fake news riguarda l'invasione, visto che in realtà “i cittadini stranieri regolarmente soggiornanti sono poco più di 5 milioni, l’8% della popolazione, quota in linea alla media europea”. Terza bugia: il migrante toglie il futuro ai nostri giovani, “ma i numeri dicono esattamente il contrario: il lavoro non italiano fornisce al nostro sistema previdenziale una maggiore solidità in termini di entrate, alimentando le casse dell'Inps di 300 milioni l'anno sotto la forma di contributi mai riscossi". Sbarra ha poi ribadito il ruolo del lavoro agricolo ambientale e forestale sia nei Paesi in via di sviluppo che nei processi di integrazione degli immigrati: “Quando si opera in un contesto lavorativo ben regolato e contrattualizzato, privo di elementi discriminatori, allora questo impiego diventa un canale privilegiato di inserimento e cittadinanza. La buona agricoltura innesca uno scambio fecondo, che da un lato sostiene la nostra economia, e dall'altro genera nuova partecipazione. Negli ultimi anni, sono stati spesso i nuovi arrivati a mantenere vive comunità rurali tenute a lungo ai margini delle nostre politiche di sviluppo. Lavorano soprattutto nell'agricoltura e nella zootecnia, ma molti sono impegnati anche nella forestazione e nella riqualificazione dei territori montani: donne e uomini che trovano nel buon lavoro una via di crescita professionale, familiare e umana”.
Da parte sua, il Presidente della Cei Gualtiero Bassetti, ha indicato come "la parola integrazione voglia dire pace". "L'integrazione - ha aggiunto il Presidente della Conferenza episcopale italiana - non significa assimilazione delle identità, ma, al contrario, vuol dire mettere insieme, condividere ciò che si ha. Significa riconoscersi, e riconoscere che tu sei un altro me stesso". Bassetti si è detto inoltre "fiero per ciò che l'Italia sta facendo: ma quanta solitudine nel gestire tutto da soli, come singoli Paesi. Europa e Mediterraneo - ha incalzato, ricordando una lezione di Giorgio La Pira - sono strettamente collegate, non esiste Europa senza Mediterraneo".
A parlare di tratta è stato Don Aldo Buonaiuto, che in un toccante intervento sullo sfruttamento della prostituzione ha sottolineato come "parlare di clienti sia troppo nobile quando si parla di persone che distruggono la vita di donne e ragazze. C'è un'ingiustizia insopportabile in Italia, fatta di tratta e di prostituzione: dobbiamo dissociarci tutti da chi devasta le vite delle persone più vulnerabili".
Il ministro dell'Interno Marco Minniti ha invece sottolineato come ll fenomeno della migrazione dei popoli sia un elemento strutturale, e non emergenziale: "chi dice il contrario alimenta il vento dei populismi". "Continuare ad affermare che la questione politica possa essere affrontata come emergenza è il contrario di quello che serve. I riformisti lavorano per mettere in campo una visione strutturale e complessiva". Sul tema euromediterraneo, il ministro ha detto che "c'è bisogno di una visione unica che unisca i due continenti. Nei prossimi venti anni l'Europa sarà lo specchio dell'Africa". Africa che "è un continente molto ricco di materie prime: dobbiamo raffreddare i conflitti e aiutare a costruire istituzioni e classi dirigenti credibili". Passaggio fondamentale sul caporalato: ricordando l'incontro del 18 ottobre con i sindacati confederali e di categoria, Minniti ha richiamato l'importanza di una "legge di civiltà" come la 199, rilanciando l'idea di "una grande alleanza strategica tra istituzioni, sindacati e imprese" per un contrasto davvero efficace e partecipato.
L’incontro si è concluso con l’intervento della leader della Cisl Annamaria Furlan: Il Paese - ha detto la leader Cisl - sta disperdendo terribilmente i suoi valori, il senso della solidarietà. L'Italia che noi vogliamo, invece, mette al centro il tema della dignità della persona, apre le braccia all'accoglienza, al valore sociale del lavoro”. In merito alla legge sulla cittadinanza, Furlan ha sottolineato come sia necessario lo Ius soli : "Cerchiamo di farlo in questa legislatura. Non servono tatticismi elettorali, guardiamo invece ai tanti italiani che questo diritto l'hanno gia' riconosciuto. Perche' se e' vero che c'e' una parte del Paese, quella rappresentata in qualche talk show, che non la vuole, e' vero anche che la grande maggioranza degli italiani sicuramente la vuole. Riteniamo - ha continuato Furlan - sia importante nel nostro Paese affermare che ogni bimbo e ogni bimba che nascono sul suolo italiano siano italiani e italiane. Il modo per rappresentarli è quello di dare loro questo diritto di cittadinanza nello stesso momento in cui nascono, studiano e giocano con i nostri figli". Con l'incontro di oggi "abbiamo voluto dare un messaggio forte contro gli stereotipi che purtroppo affliggono il tema dell'immigrazione. Senza lavoro migrante regolare, ben tutelato e retribuito, un settore centrale come l'agroalimentare italiano non potrebbe esprimere la propria eccellenza. Serve buona integrazione, inclusione, riconoscimento di diritti per tante donne e tanti uomini oggi stretti nella morsa dello sfruttamento e del caporalato. La legge 199 e' un passo determinante, ma non basta: bisogna aprire una stagione di contrasto partecipato dalle parti sociali e dal sindacato sui territori. Solo agendo insieme e dalla prima linea potremo garantire un futuro di dignita' a queste persone e alle loro famiglie".