AGRICOLI, ROTA: “NUOVO CCNL RAFFORZA LA LOTTA A CAPORALATO E ILLEGALITÀ”
Onofrio Rota spiega ad Avvenire il nuovo contratto nazionale degli operai agricoli: “Più salario e più welfare, un modello da seguire”
Il nuovo contratto “è frutto di una trattativa lunga e complessa, che ha tenuto conto delle performance del settore e delle aspettative future; servirà per tutelare la dignità di lavoratrici e lavoratori, rafforzare la lotta a caporalato e illegalità, sostenere la competitività delle imprese italiane”.
Ne è convinto Onofrio Rota, Segretario generale della Fai Cisl, che assieme alle altre organizzazioni di categoria e alle parti datoriali ha siglato, nella notte del 20 giugno, il rinnovo del contratto nazionale degli operai agricoli e florovivaisti.
Quali sono state le difficoltà maggiori della negoziazione?
“I punti più complessi riguardavano l’introduzione di un salario minimo nazionale e il limite orario giornaliero. Sul primo punto siamo riusciti a evidenziare alle controparti i rischi che avrebbe comportato, mentre sull’orario abbiamo trovato un valido punto di equilibrio con una flessibilità che non modifica le 6,30 ore giornaliere”.
È previsto un aumento salariale per i lavoratori?
“Certo, era uno degli obiettivi più importanti. Abbiamo ottenuto un rilevante aumento del 2,9%, superiore al 2,3 dell’indice Ipca. È una cifra che assume ancora più valore se relazionata alle tante prestazioni comprese nei capitoli del welfare e della bilateralità, che sono la parte più avanzata del contratto”.
Cosa è incluso in questi capitoli?
“C’è l’indennità per i licenziati nell’ultimo quadrimestre dell’anno, poi il miglioramento dei permessi di maternità e dei congedi parentali, con l’introduzione di permessi frazionati e straordinari che passano, ad esempio, in caso di matrimonio, da 10 a 15 giorni. A questi va aggiunto l’assegno di solidarietà di 6 mesi, per i malati oncologici in aspettativa non retribuita. È stato incrementato anche il sostegno alle donne vittime di violenza, con una integrazione di due mensilità che si aggiunge alle tre già previste. E sempre grazie agli strumenti della bilateralità siamo intervenuti sulla formazione professionale, con l’attestazione dei percorsi formativi da parte di Foragri; un aspetto su cui puntiamo molto per rafforzare la sicurezza sul lavoro e per stare al passo con le innovazioni dell’agricoltura 4.0”.
Il nuovo contratto interviene anche su legalità e caporalato?
“Assolutamente sì. Importanti i cambiamenti sugli appalti, dove sono stati introdotti elementi di trasparenza, come la trasmissione all’ente bilaterale territoriale dei contratti di appalto sottoscritti, oppure la riduzione delle attività delle imprese senza terra o prive di un’organizzazione stabile. Fondamentale poi l’impegno delle parti ad avviare le sezioni territoriali della Rete del lavoro agricolo di qualità, come indicato dalla Legge 199”.
Dal punto di vista delle contrattazione e delle relazioni sindacali cambia qualcosa?
“Le imprese potranno negoziare accordi oltre il tradizionale livello della contrattazione territoriale. Ma soprattutto, è stato firmato l’accordo sulla rappresentanza, che definisce in maniera chiara chi sono gli attori, sindacali e datoriali, legittimati a sottoscrivere il contratto, per evitare contratti pirata e dumping sociale. Un accordo che mira anche a fare chiarezza sulla figura del responsabile della sicurezza territoriale”.
Nel complesso come giudica il risultato raggiunto?
“Il risultato è ottimo perché coniuga le esigenze produttive delle imprese con quelle della persona. Direi un modello da seguire. Il comparto primario potrà fare leva adesso su un contratto aggiornato che è strategico per la nostra economia. Non dimentichiamo che riguarda oltre un milione di lavoratrici e lavoratori e circa 200mila imprese, e che è uno dei settori trainanti del Made in Italy. È stata anche un bella conferma della forza di relazioni sindacali fondate sul rispetto reciproco e sul senso di responsabilità nei confronti delle persone rappresentate e del Paese intero”.