PROTEZIONE SOCIALE, ARMONIZZAZIONE PRATICHE, DIALOGO SOCIALE: COME IL SETTORE AGRICOLO CONTRIBUISCE ALLA MOBILITÀ
“Protection sociale, harmonisation de pratiques, innovation dans les formes de Dialogue social: comment le secteur agricole contribue au developpement de la mobilite”.
“Protezione sociale, armonizzazione delle pratiche, innovazione nelle forme di dialogo sociale: come il settore agricolo contribuisce allo sviluppo della mobilità”.
EUROPEAN PROJET VS/2017/0363 – Capofila: CFE CGC AGRO FRANCE – Partner FAI CISL , IG BAU, EFFAT, FEAGRA-CCOO
Il progetto ha analizzato il fenomeno dell'aumento dei lavoratori stagionali migranti in agricoltura ed il recepimento della direttiva sui lavoratori stagionali extracomunitari (direttiva 201 36 / UE del 26/02/2014). La flessibilità necessaria per il settore comporta anche un massiccio ricorso ai lavoratori distaccati senza il pieno rispetto del quadro giuridico, da un lato, e senza che i lavoratori in questione abbiano informazioni che consentano loro di poter esercitare i loro diritti. A questo proposito, EFFAT ha pubblicato un documento nel giugno 2014 intitolato "The CFE CGC AGRO" che ha affrontato la questione dei metodi di informazione e di consultazione sociale nei diversi Stati membri (e paesi candidati) da cui emergono le difficoltà nelle modalità del dialogo sociale che vanno riviste: una non adeguata conoscenza da parte dei lavoratori dei contratti collettivi di lavoro e della legislazione nazionale sulla protezione sociale nei paesi ospitanti; un modello sociale europeo scosso da forti pressioni economiche espresse rappresentate da datori di lavoro che favoriscono una globalizzazione sempre più esasperata; la crisi del 2008 che lascia ancora tracce visibili; un minore sostegno al dialogo sociale da parte della Commissione europea - (in particolare durante i dieci anni della Commissione Barroso, 2004-2014). Questi i punti principali che vanno rivisti per un dialogo sociale proficuo e ancor più necessario rispetto al passato. Rinunciare al dialogo sociale significa rinunciare alla creazione di una Europa economicamente forte in cui sia possibile garantire un futuro migliore a tutti i cittadini europei.
Questo preambolo, forse un po’ lapidario, spiega, tra le altre cose, alcuni disagi vissuti da molti Stati membri, in cui il populismo sta guadagnando terreno. Vi è la necessità di chiarire e riposizionare i valori di una Europa economicamente solida e umanamente solidale.
Necessario rendere più visibili le azioni del dialogo sociale nell'ambito delle Istituzioni europee ed una maggiore presenza delle Federazioni sindacali nazionali in quelle europee.
I seminari che si sono tenuti in Europa hanno consentito l'aggiornamento delle informazioni sociali specifiche per ciascuno Stato partecipante i cui risultati sono stati pubblicati online. In particolare, hanno consentito l'approccio di soluzioni per garantire la realizzazione degli obiettivi del progetto e per condurre a raccomandazioni ed in particolare:
• Rendere visibili le azioni e i risultati del dialogo sociale a livello europeo per tutti i cittadini, competenza questa, della Commissione poiché il dialogo sociale è uno dei pilastri dell'integrazione europea
• rendere visibili queste stesse azioni a livello nazionale attraverso iniziative specifiche da parte delle organizzazioni delle parti sociali;
• Organizzare periodicamente colloqui per verificare i risultati del dialogo sociale e cercare soluzioni che consentano agli Stati membri più deboli (in termini di dialogo sociale dinamico) di raggiungere soluzioni comuni;
• Rafforzare la cooperazione transnazionale per raggiungere accordi senza la necessità che essi coinvolgano assolutamente tutti gli Stati membri.
• Ridefinire la mobilità come un'opportunità per il cittadino europeo e non come un vincolo legato a condizioni economiche difficili nello stato di origine. Questo punto è uno degli aspetti trattati in questo progetto.
Durante i lavori è emersa la necessità di progettare una "carta professionale" in cui siano registrate tutte le informazioni relative al lavoratore: professionalità, diritti sociali, contratti di lavoro, formazione, malattie professionali, ecc. nel rispetto della privacy, in sintesi una forma di un account personale elettronico a cui posso accedere i lavoratori e parzialmente i datori di lavoro.
Nella tavola rotonda a cui hanno partecipato CEETTAR, IG BAU e FAI CISL, è emersa la necessità di destinare maggiori risorse al Dialogo Sociale Settoriale, alla lotta al lavoro precario e alla intermediazione irregolare di manodopera, che sono un danno per le aziende, per i lavoratori, l'economia e i consumatori; ottenere condizioni minime per tutti i lavoratori europei; sostenere il lavoro di qualità per produzioni di qualità; riconoscere gli aiuti PAC alle sole aziende che creano occupazione e rispettano CCNL e leggi sociali.