13 Gen2022
CASO "FONTI DI POSINA", FAI CISL VICENZA RILANCIA LA CAMPAGNA SOS CAPORALATO
La Fai Cisl Vicenza esprime profonda indignazione per i fatti emersi dalle indagini su quanto avveniva presso lo stabilimento di imbottigliamento "Fonti di Posina", nel vicentino: «Nell’azienda coinvolta non ci sono nostri delegati o iscritti - precisa il segretario provinciale di categoria Maurizio De Zorzi - ma ci mettiamo fin da subito a disposizione di tutti i lavoratori coinvolti in questa o anche in altre situazioni simili, per fornire loro tutta l’assistenza necessaria a tutelare non solo la loro posizione di lavoro, ma anche i loro diritti più elementari e la loro dignità di persone. In generale invitiamo i lavoratori che si trovano a subire o anche solo ad essere informati su fenomeni di questo tipo a rivolgersi alle organizzazioni sindacali e alle Forze dell’Ordine».
Proprio sull’importanza di rompere la cortina di silenzio che spesso cela queste situazioni di grave sfruttamento, in dicembre FAI Cisl aveva lanciato la campagna di sensibilizzazione “SOS Caporalato”, con il patrocinio della Regione Veneto: «Abbiamo attivato un numero verde gratuito, l’800.199.100 - ricorda De Zorzi - proprio per dare risposte ai lavoratori che hanno bisogno di informazioni e per raccogliere segnalazioni relative a situazioni di sfruttamento e illegalità, come l’arruolamento di manodopera con metodi ricattatori fino a veri e propri casi di schiavitù. Proprio presentando la campagna, lo scorso dicembre, avevamo lanciato l’allarme, ricordando che il caporalato non è, come qualcuno vorrebbe pensare, solo un fenomeno legato al sud e all’agricoltura, ma è presente anche nel nostro territorio, anche nel settore manifatturiero. Certo parliamo di casi isolati, ma sui quali occorre vigilare e intervenire con fermezza. Invitiamo tutti i lavoratori vittime di abusi a non avere paura e a farsi avanti». Il numero verde “SOS Caporalato” è attivo dal lunedì al giovedì dalle ore 10 alle 17 e il venerdì dalle 10 alle 13.
«È sconcertante pensare che in un tessuto sociale ed economico come il nostro possano esistere queste situazioni - sottolinea Raffale Consiglio -, condizioni di vera e propria schiavitù che se confermate devono essere fermate e punite con il massimo rigore. Anche per questo la campagna di sensibilizzazione e denuncia che sta conducendo FAI Cisl deve avere il massimo sostegno di tutto il sindacato e di tutta la società civile».