CAPORALATO, ROTA: DUE ANNI FA MORIVANO 16 BRACCIANTI, OGGI SI SPARA SUI LAVORATORI, COSE CHE DOVREBBERO PREOCCUPARE TUTTI
“Esattamente due anni fa, il 4 agosto 2018, nel foggiano, quattro giovani braccianti di origine africana morirono in un terribile incidente stradale. Soltanto due giorni dopo ne morirono altri dodici in un incidente simile, nella stessa provincia. Noi non dimenticheremo mai quelle persone, giunte in Italia in cerca di lavoro e dignità e finite nel circuito del lavoro nero e del caporalato”.
Lo scrive sulla pagina Facebook della Fai Cisl il segretario generale Onofrio Rota in ricordo dei braccianti immigrati morti due anni fa in due incidenti stradali nelle campagne del foggiano.
“Proprio questa mattina, sempre nel foggiano – aggiunge il sindacalista – tre colpi di pistola sono stati sparati da due persone su uno scooter contro un giovane nigeriano che si recava al lavoro in bicicletta. Non sappiamo ancora i motivi di un simile gesto, chiediamo si faccia luce al più presto. Quello che sappiamo, però, è che non è la prima volta che si spara sui lavoratori, e questo dovrebbe preoccupare tutti, non solo i loro rappresentanti”.
“Uno dei territori più preziosi per le nostre produzioni agroalimentari – conclude Rota, con riferimento a quanto accaduto stamane a Foggia – sembra essere il far west, e non possiamo accettarlo. La nostra federazione regionale, insieme all’Anolf Puglia, sta chiedendo da tempo più controlli, la piena applicazione della legge 199 contro il caporalato e un presidio delle forze dell’ordine nel ghetto dell’ex pista di Borgo Mezzanone, dove si susseguono in questi giorni incendi, risse ed episodi di criminalità. Il Prefetto Grassi si è dimostrato sensibile anche sul tema della conversione del vicino CARA, per ospitare gli stranieri regolari e smantellare una volta per tutte il ghetto. Ma non basta. Le istituzioni locali e regionali devono alzare il tiro nelle battaglie contro sfruttamento e illegalità, serve un salto di livello che si faccia interprete delle proposte delle parti sociali e che abbia il pieno sostegno del Governo e dei ministeri coinvolti”.