CAPORALATO, ROTA: “VERGOGNA NAZIONALE, RILANCIARE PREVENZIONE”
“Gli arresti di oggi hanno fatto emergere di nuovo pratiche di sfruttamento non episodiche, ma strutturate ad hoc da caporali di professione: anche se i fatti risalgono al 2018 e 2019, ci ricordano che il caporalato in agricoltura è ancora una vergogna nazionale davanti alla quale non possiamo arretrare di un solo passo”.
Lo afferma il Segretario Generale della Fai Cisl nazionale, Onofrio Rota, commentando gli arresti avvenuti oggi in Calabria nell’ambito dell’operazione “Rasoterra”.
“Gli arresti – aggiunge Rota – dimostrano quanto sia determinante denunciare sempre fenomeni del genere, sapendo di avere al proprio fianco il sindacato e le Forze dell’Ordine. Un plauso e un ringraziamento per il lavoro svolto vanno a tutti gli agenti e gli investigatori coinvolti, alla Procura della Repubblica di Palmi, alle squadre mobili di Reggio Calabria e Caserta, al Commissariato di Gioia Tauro. Grazie alla Legge 199 hanno potuto operare contro un sistema che, come avviene solitamente in questi casi, arricchisce le organizzazioni criminali e impoverisce le imprese e i lavoratori. Tuttavia, va di nuovo messa in luce l’urgenza di colmare i ritardi accumulati nell’applicazione della legge sul versante della prevenzione. Occorre dunque incrementare l’istituzione capillare delle sezioni territoriali della Rete del Lavoro agricolo di Qualità, e bisogna che il nuovo Governo rilanci il Piano triennale interministeriale dello scorso anno coinvolgendo il mondo del lavoro e dell’impresa in un contrasto che per essere efficace deve necessariamente essere partecipato”.
“Chiediamo una svolta attesa da anni – conclude Rota – che possa finalmente mettere in sicurezza centinaia di migliaia di lavoratrici e lavoratori, e rendere giustizia alle tante aziende che operano nella legalità e nel rispetto dei contratti. Purtroppo siamo certi che la crisi, e le fibrillazioni sociali innescate dalla pandemia, abbiano rinvigorito specialmente al Sud le mani violente dell’intermediazione criminale. A questa recrudescenza bisogna rispondere con maggiori ispezioni e con la piena messa in campo di tutti gli strumenti previsti dalla Legge 199 del 2016”.