CAPORALATO, ROTA: “NUOVO PIANO TRIENNALE AVVIA UN PERCORSO IMPORTANTE, MA IL TEMPO DELLE PAROLE È FINITO”
“Va riconosciuto che il piano rappresenta l’inizio di un percorso davvero importante. È un progetto ambizioso, messo a punto anche con il prezioso contributo delle parti sociali, per avviare un programma nazionale di prevenzione e contrasto a una piaga sociale, quella del caporalato agricolo, che ancora riguarda tra le 300 mila e le 400 mila persone”.
È quanto scrive il segretario generale della Fai Cisl, Onofrio Rota, in un articolo pubblicato oggi su “In Terris” a proposito del nuovo Piano triennale interistituzionale contro il caporalato, approvato la scorsa settimana al Ministero del Lavoro.
“Il Piano – spiega Rota – guarda al fenomeno in maniera organica, puntando su quattro assi strategici: prevenzione, vigilanza e contrasto, protezione e assistenza, reinserimento socio-lavorativo delle vittime di caporalato. È quanto il sindacato chiede da sempre alle istituzioni, affinché non si ripetano incidenti e vergognose morti nei campi, nelle serre, o nelle tante baraccopoli dove si improvvisa da anni l’accoglienza dei migranti, tra i più colpiti dai fenomeni di sfruttamento e lavoro irregolare”.
“Se c’è un limite da individuare nel Piano – aggiunge il sindacalista – è probabilmente quello di non aver dato ancora il giusto peso, nell’ambito del mercato del lavoro, al ruolo degli enti bilaterali agricoli, che in tantissime province rappresentano già un presidio unico per la formazione dei lavoratori, i servizi, la sicurezza sui luoghi di lavoro. Sembra invece difficile, di contro, che i centri per l’impiego possano svolgere appieno il ruolo che il Piano gli assegna: specialmente nel mercato del lavoro agricolo, infatti, queste strutture non possono incidere, da sole, sul miglioramento dell’incontro tra domanda e offerta. L’ultima indagine condotta in materia, qualche tempo fa, rilevava che soltanto il 2% delle imprese agricole si rivolge ai centri per l’impiego per intercettare la manodopera. Serve dunque un lavoro di lungo periodo, concertato a tutti i livelli, se veramente si vogliono rilanciare queste strutture per facilitare la ricerca di lavoro e l’attuazione di politiche attive”.
Il sindacalista chiude l’articolo annunciando una nuova visita da parte della Fai nella baraccopoli di Borgo Mezzanone, nel foggiano, per rendere omaggio alla giovane donna di origine nigeriana deceduta dopo essere rimasta ustionata nell’incendio del 4 febbraio scorso. “Non è certo la prima vittima, speriamo sia l’ultima”, scrive Rota, concludendo: “Di certo sappiamo soltanto che era venuta in Italia e in Europa per cercare una vita migliore, non per trovare la morte. Saremo sul luogo della tragedia con una nostra piccola delegazione per rendere un omaggio sommesso a lei, ai suoi cari, a tutta la comunità che vive ancora in condizioni inaccettabili sotto i ricatti quotidiani dei caporali. E per ribadire a tutte le istituzioni e al sistema imprenditoriale che il tempo delle parole è finito”.
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