FRATELLI TUTTI, ROTA: “DALL’ENCICLICA DI PAPA FRANCESCO UN NUOVO UMANESIMO DEL LAVORO”
“L’enciclica Fratelli Tutti è un atto di coraggio che traccia una via concreta per la solidarietà al servizio del bene comune. Per chi esercita ruoli di rappresentanza, è un messaggio che rilancia soprattutto il valore da attribuire alla centralità della persona, alla dignità del lavoro e a un rinnovato armonioso rapporto tra uomo e ambiente”.
Lo ha detto il segretario generale della Fai Cisl, Onofrio Rota, intervenendo oggi al seminario “Fratelli tutti: una enciclica oltre il tempo di crisi”, promosso dalla Pontificia Università Lateranense in collaborazione con la Rappresentanza pontificia presso Fao, Ifad e Pam e il Forum Roma delle Ong di ispirazione cattolica.
“La parola ‘lavoro’ – ha detto Rota – compare nell’enciclica ben 21 volte: Papa Francesco ne parla, ad esempio, denunciando l’ossessione per la riduzione del costo del lavoro, ne parla denunciando una libertà economica che stride con la riduzione dell’accesso al lavoro, ne parla in riferimento all’imprenditoria, che dovrebbe essere una nobile vocazione a creare benessere e opportunità, ne parla rispetto al bisogno di una governance globale delle migrazioni, e ne parla rispetto a quelle che già aveva indicato come le tre ‘t’, tierra, techo, trabajo, appunto terra, casa, lavoro. Ma soprattutto, Papa Francesco definisce il lavoro come ‘il grande tema’, ricordando che aiutare i più poveri con il denaro deve essere un rimedio per fronteggiare le emergenze, mentre il vero obiettivo dovrebbe essere sempre di consentire a tutti una vita dignitosa tramite il lavoro, e questo è un messaggio di grande attualità, che ci ricorda che il lavoro non ha solo una dimensione economica, ma è anche un mezzo per la crescita personale e la corresponsabilità. Questi concetti sono pane quotidiano per chi, ogni giorno, si batte nelle negoziazioni, sui tavoli contrattuali, nelle piazze, nei confronti istituzionali, per sostenere riforme incentrate sulla persona e su un rafforzamento delle tutele di lavoratrici e lavoratori. Dalla nuova Enciclica emerge dunque soprattutto l’urgenza di investire su un nuovo umanesimo del lavoro: il lavoro come opportunità di crescita umana, personale e collettiva, come luogo in cui fratellanza e amicizia trovano una delle terre più fertili. Sono assunti che ci spingono ancora di più a rilanciare le campagne messe in campo dalla Fai Cisl per sostenere la qualità nel lavoro agroalimentare e ambientale, salvaguardare il territorio, debellare la piaga del caporalato, offrire ai pescatori assistenza su diritti, salute, sicurezza, e accompagnare i tanti immigrati che operano nel nostro tessuto produttivo verso percorsi di inclusione ed emancipazione”. “Non sappiamo quanto e come la pandemia ci trasformerà – ha concluso il sindacalista – ma sappiamo di non dover attendere oggi un futuro scritto da altri, è preferibile impegnarsi al massimo per essere protagonisti di un cambiamento, per scrivere un linguaggio diverso, una grammatica della gentilezza, e mettere in piedi un’economia nuova, più a misura d’uomo e rivolta perciò a un reale progresso globale”.