SICUREZZA, ROTA: "EMERGENZA, PUNTARE A ZERO INCIDENTI SUL LAVORO". A ROMA CONSIGLIO GENERALE CON SBARRA
Al centro dell’incontro i confronti avviati con il Governo e quelli ancora mancanti e rivendicati dalla Federazione
“Si è aperto con un messaggio di cordoglio per i due lavoratori che hanno perso la vita a Noverasco, alle porte di Milano, il Consiglio Generale della Fai-Cisl nazionale, in corso a Roma. “Il tema della sicurezza rimane davvero un’emergenza – ha detto il Segretario Generale Onofrio Rota nella relazione introduttiva – e ci vede impegnati per tutto il 2023 con la nostra campagna ‘Fai più sicurezza’, con eventi, presidi e assemblee nei luoghi di lavoro e nelle scuole per divulgare i nostri depliant informativi multilingue e l’app mobile WeFai e ovviamente per incalzare enti, imprese e istituzioni affinché si raggiunga quota zero negli incidenti sul lavoro”.
Al centro dell’incontro, i confronti avviati nei giorni scorsi con il Governo su agroindustria e Pnrr e quelli ancora mancanti e rivendicati dalla federazione sulla condizionalità sociale nella nuova Pac, sul contrasto al caporalato, sul mercato del lavoro in agricoltura, sul superamento dei decreti flussi e dei ghetti per i braccianti, sull’attuazione della cassa integrazione agricola anche per i pescatori, sul rilancio del comparto forestale e dei consorzi di bonifica nell’ambito della lotta alla siccità e della prevenzione del dissesto idrogeologico.
In conclusione Rota ha confermato il pieno sostegno alle mobilitazioni unitarie di Cgil, Cisl e Uil. “La linea scelta sta premiando la coerenza, la serietà, il pragmatismo della Cisl e di tutte le federazioni cisline, ora quella stessa coerenza ci porta a guidare una fase nuova, piena di sfide ma entusiasmante: sosterremo la mobilitazione, questa volta unitaria, con le quali già a maggio torneremo a chiedere un salto di qualità su alcuni temi cruciali, come l’aumento dei salari e la diminuzione del carico fiscale, più salute e sicurezza sul lavoro, stop al dumping contrattuale, maggiori investimenti per le politiche industriali, per il Mezzogiorno e soprattutto per la sanità pubblica, che versa in condizioni disastrose. Daremo il nostro contributo, come sempre – ha detto Rota – nel solco di quell’autonomia e di quel sindacato libero, riformista, democratico, che ispira i nostri progetti e le nostre azioni”.
Il Consiglio Generale si è svolto in sessione di studio con gli interventi anche di Fabio Del Bravo, Dirigente Ismea, sullo stato dell’agroalimentare italiano e del Prof. Emmanuele Massagli, Presidente di Adapt, sulla proposta di legge della Cisl per la partecipazione e la democrazia economica.
Il valore aggiunto dell’agroalimentare, è emerso dai dati Ismea, si attesta a 64,1 miliardi di euro, di cui 37,4 nella fase agricola e 26,7 in quella industriale, con un impatto complessivo del 3,8% sull’economia nazionale. L’industria alimentare è la terza del comparto manifatturiero, dopo l’industria metallurgica e quella dei macchinari e delle attrezzature. Valutando il peso dei prodotti agroalimentari nel mercato finale al consumo, si arriva a circa il 15% del Pil per un valore corrispondente di circa 270 miliardi di euro. Dal punto di vista dell’occupazione, il primario conta 895 mila lavoratori, mentre 485 mila sono quelli della fase industriale, per un totale di quasi 1,4 milioni di addetti e un peso sull’occupazione complessiva del 5,4%. Nel 2022 sono scesi del -4,7% gli occupati agricoli e cresciuti del +2,5% quelli dell’industria alimentare.
I lavori si sono conclusi con l’intervento del Segretario Generale della Cisl Luigi Sbarra, che tra i temi affrontati ha ricordato la mobilitazione unitaria, da portare avanti con assemblee nei luoghi di lavoro e nei territori e con tre manifestazioni interregionali: "Dobbiamo parlare con le persone e incalzare il Governo perché riprenda il filo di un dialogo sociale che negli ultimi mesi si è oggettivamente indebolito, portando a storture innegabili negli ultimi decreti, a partire dal DDL fiscale, né i contenuti del DEF lasciano molto all’ottimismo", ha detto Sbarra, aggiungendo che "sui principali dossier dal lavoro alla sanità, dalla coesione allo sviluppo il Documento Finanziario è troppo difensivo, senza quegli impulsi anticiclici sui quali bisognerebbe fondare la politica di sviluppo, in questo modo rischiamo di non agganciare la sfida della ripartenza: dobbiamo dare margine a una politica espansiva, delineata insieme, capace di spezzare diseconomie sedimentate e strutturali. Bene la previsione di concentrare 3 miliardi sulla riduzione del cuneo per i mesi da marzo a dicembre, ma le risorse devono andare tutte sul lato lavoro e vanno agganciate anche a una riforma strutturale e complessiva".
Sulla proposta legislativa della Cisl in materia di partecipazione, Sbarra ha spiegato: "E’ tempo di fare un grande salto di qualità verso forme concrete di democrazia economica che diano finalmente pieno compimento all’articolo 46 della Costituzione, assegnando un ruolo fondamentale ai lavoratori nelle decisioni strategiche delle aziende. La partecipazione è la sfida delle sfide, quella che racchiude tutte le grandi questioni emerse in questi anni complessi. Incrocia la questione salariale, le nuove tutele, le giuste flessibilità negoziate; consolida gli investimenti privati sui territori; garantisce il radicamento dell’occupazione; aumenta resilienza e sostenibilità sociale degli ecosistemi produttivi; rende sempre di più protagonisti i lavoratori, stimolando la ricerca, la formazione continua, l’innovazione di processo e prodotto".
"Abbiamo un progetto pronto, 'chiavi in mano', che regola l’esercizio della partecipazione senza incursioni dirigiste della legge esaltando e promuovendo invece la contrattazione e le relazioni industriali", ha concluso il leader della Cisl.