PAC, ROTA: "SULLA CONDIZIONALITÀ SOCIALE SERVE UN IMPEGNO MAGGIORE DA PARTE DI TUTTI"
Il sindacalista è intervenuto a Bruxelles all’incontro “Verso una PAC più giusta per i lavoratori”, con la partecipazione del Commissario Nicolas Schmit. Sulle mobilitazioni in corso: “Evitare che i movimenti siano strumentalizzati in nome di un populismo che non fa bene a nessuno”
“La sfida della condizionalità sociale nella Politica Agricola Comune è stata una conquista basilare per tutelare meglio lavoratrici e lavoratori, ed è positivo che l’Italia sia tra i Paesi che per primi hanno voluto attuarla. Il fatto che il Governo Meloni, dopo il primo Decreto del 17 marzo 2023, che avevamo criticato, abbia implementato le sanzioni e allargato il loro campo di applicazione, è certamente un passo in avanti tuttavia non sufficiente: sarà molto importante monitorare la concreta attuazione delle nuove norme e implementare controlli e ispezioni”. Lo ha detto il Segretario Generale della Fai-Cisl Onofrio Rota intervenendo a Bruxelles, in rappresentanza dei sindacati italiani di categoria, all’incontro “Verso una PAC più giusta per i lavoratori”.
“Il rischio – ha spiegato Rota – è che molti imprenditori possano considerare più conveniente pagare eventuali sanzioni che non rispettare i vincoli, invece la condizionalità sociale deve servire proprio a disincentivare il lavoro nero e grigio e qualsiasi forma di sfruttamento. Inoltre bisogna fare uno sforzo in più sul piano informativo, in modo che tutti siano più sensibili verso la sostenibilità sociale, non solo quella ambientale ed economica, così come è importante agevolare le aziende che puntano sulla qualità, sulla concorrenza leale, sulla legalità. In vista delle prossime elezioni europee, chiediamo a tutti i Paesi e a tutte le forze politiche un impegno più concreto per la piena attuazione della condizionalità sociale prevista nella PAC. Per realizzare questo impegno – ha aggiunto il leader della Federazione agroalimentare della Cisl – serve più dialogo sociale, maggiore partecipazione dei lavoratori alla vita delle imprese, più coinvolgimento dei sindacati dei lavoratori nei processi decisionali, e le nostre organizzazioni sono certamente pronte a fare la propria parte con tutti gli strumenti a disposizione”.
All’audizione, svolta nel Parlamento Europeo, sono intervenuti, oltre ai sindacalisti di diversi Paesi, gli europarlamentari Maria Noichl (S&D) e Martin Häusling (The Greens/EFA), Kristjan Bragason, Segretario Generale dell’Effat (federazione europea dei sindacati dell’agroalimentare), Patricia De Clercq, Segretaria Generale dell’Agenzia europea per l’Agricoltura e la Pesca e Nicolas Schmit, Commissario europeo per l’occupazione, gli affari sociali e l’integrazione.
Il sindacalista ha anche commentato le attuali mobilitazioni in corso in tutta Europa: “Se il problema è chiedere più risorse, o diversi criteri per la loro assegnazione – ha detto Rota – è possibile farlo nel solco delle associazioni sindacali e della rappresentatività democratica: incendiare le bandiere europee, bloccare strade, attaccare in maniera generica l’Unione Europea e il Green Deal avviato nel 2020, danneggiare le attività di qualche catena di ristorazione, non risolve nulla e anzi danneggia i lavoratori: bisogna evitare che questi movimenti siano strumentalizzati in vista delle prossime elezioni in nome di un populismo che non fa bene a nessuno”.