03 Mar2024
CCNL ALIMENTARISTI, INTERVISTA AGRAPRESS A ROTA: "STRUMENTO DI COESIONE SOCIALE E POLITICA INDUSTRIALE"
Il sindacalista intervistato da Agrapress commenta il rinnovo del Ccnl dell’industria alimentare siglato dopo sette mesi di trattativa
“Il nuovo contratto rappresenta un vero e proprio strumento di coesione sociale e politica industriale. Coesione sociale perché sostiene le famiglie, grazie ai tanti strumenti ampliati di welfare e conciliazione vita-lavoro, pone attenzione alla sicurezza e salute con più occasioni di partecipazione e informazione, rilancia il contrasto a violenza di genere e discriminazioni, riconosce il diritto allo studio, riduce l’orario di lavoro su turni, consolida la previdenza integrativa e agisce sul salario con un aumento mai realizzato prima d’ora nel settore: 280 euro. Al contempo, con un buon contratto si fa anche politica industriale perché si pongono basi a sostegno della crescita economica, dell’occupazione, del lavoro di qualità, e questo è quello che abbiamo voluto realizzare fin dal concepimento della piattaforma unitaria”.
Così Onofrio Rota, Segretario Generale della Fai-Cisl, intervistato da Agrapress commenta il rinnovo del Ccnl dell’industria alimentare siglato dopo sette mesi di trattativa.
Le priorità sulle quali ha puntato il sindacato, afferma Rota, “sono quelle che rileviamo ogni giorno confrontandoci con i delegati nelle fabbriche, e spesso sono temi posti anche dalle parti datoriali. Non c’è semplicemente bisogno di una politica salariale, ma di una politica salariale forte da connettere ai bisogni quotidiani dei lavoratori e delle loro famiglie nonché al rafforzamento della competitività e qualità del lavoro, ecco perché è prioritario valorizzare il capitale umano. Questo vale per tutti i settori ma per l’agroalimentare ancora di più, perché il lavoro delle persone si lega necessariamente anche a questioni fondamentali come la sicurezza alimentare, l’accesso al cibo, la tutela della salute pubblica, a loro volta sempre più dipendenti dalla qualificazione, dall’aggiornamento delle competenze, dalla capacità di governare il cambiamento sociale e le innovazioni tecnologiche, sempre più rapide”.
Quanto alla controparte, il leader della Fai-Cisl commenta: “È prevalso un approccio responsabile e di sano pragmatismo che vanno assolutamente apprezzati, così come vanno riconosciute le competenze di chi ha condotto le negoziazioni in rappresentanza delle imprese. Avevamo ragione noi quando affermavamo che il contratto dell’industria alimentare non ha bisogno di essere disgiunto: le specificità settoriali ci sono e sono state riconosciute adeguatamente, siamo riusciti a dimostrare che possono stare benissimo nella cornice unica del contratto nazionale. In Italia – conclude Rota – non abbiamo certo bisogno di moltiplicare contratti, ma semmai di contrastare dumping e lavoro irregolare, e anche in questo senso con l’accordo abbiamo lanciato un gran bel messaggio al Paese”.
Intervista completa pubblicata su Agrapress