DIALOGO SOCIALE, PARTECIPAZIONE, CONTRATTAZIONE: SVOLTO A BRUXELLES IL WORKSHOP FINALE DEL PROGETTO E.A.T.S.
Si è svolto nel Kartuizer Centre di Bruxelles, dopo due anni di lavoro e cinque workshop internazionali, l’incontro conclusivo del progetto europeo EATS - Empowering AgriFood Chain Through Social Dialogue.
Ha aperto i lavori il Segretario Generale dell'EFFAT Kristjan Bragason, cui sono seguiti gli interventi di tutti i partner tra cui CNR-Irpps, Fondazione Adapt, Coldiretti, Fondazione Fai-Cisl Studi e Ricerche, Anolf Puglia e Cuneo, Confederdia, Terra Viva, sindacati agroalimentari di Francia, Macedonia del Nord, Grecia, Bulgaria, Spagna.
La Fai-Cisl è stata capofila del progetto e ha partecipato all'evento finale anche con diversi dirigenti e quadri e con i partecipanti al secondo corso lungo per la formazione dei dirigenti sindacali.
“Dopo aver approfondito lo stato dell'arte del dialogo sociale nei diversi paesi membri – ha spiegato Vincenzo Conso, Presidente della Fondazione Fai-Cisl Studi e Ricerche, che ha curato una parte delle linee guida finali – abbiamo raccolto esempi positivi per un modello di contrattazione e relazioni industriali e sindacali e poi ci siamo concentrati su quatto punti in particolare: la partecipazione dei lavoratori, l'integrazione dei lavoratori stranieri, l'aggregazione delle aziende e la loro organizzazione in filiera, la domanda di maggiore dialogo con le istituzioni. È emerso che oggi serve un modello organizzativo partecipativo che abbia un respiro europeo, però manca un quadro comune di norme che faccia da supporto e stimolo alle diverse esperienze positive sperimentate in diversi contesti nazionali. Il dialogo sociale – ha aggiunto Conso – si conferma sicuramente come un motore del processo di integrazione europeo: il protagonismo del sindacato è indispensabile per costruire soluzioni con cui perseguire il Bene Comune e costruire un'Europa più giusta, equa, sociale, finalmente riconoscibile dai lavoratori, nella consapevolezza, come afferma Papa Francesco, che il dialogo perseverante e coraggioso non fa notizia come gli scontri e i conflitti, eppure aiuta discretamente il mondo a vivere meglio, molto più di quanto possiamo rendercene conto”.
Tra i numerosi interventi della giornata, anche quello di Claes-Mikael Stahl, Deputy General Segretary dell’ETUC: “La storia dimostra che il potere va condiviso e che il dialogo sociale è determinante per risolvere i problemi, oggi invece il populismo vorrebbe indebolire questa visione. Diversi governi populisti – ha aggiunto il sindacalista, Vicepresidente della Confederazione europea – stanno puntando a indebolire i sindacati per limitare i diritti dei lavoratori, il nostro impegno deve proseguire invece per conquistare maggiori tutele, come sta facendo ad esempio l'EFFAT chiedendo al Parlamento Europeo regole più stringenti sui subappalti. Questo dobbiamo fare: interloquire, anche con la nuova composizione del Parlamento Europeo per perseguire i negoziati, raggiungere accordi con le parti datoriali per fare la differenza, e per ottenere migliori condizioni per il dialogo sociale europeo”.
Tra le tavole rotonde svolte, si è tenuta anche quella sul ruolo del Comitato di dialogo sociale settoriale per l'agricoltura e l’industria alimentare, creato nel 1999 e composto dalla Geopa-COPA e dall'EFFAT, la prima in rappresentanza dei datori di lavoro mentre la seconda è la Federazione europea dei sindacati agricoli, membro della Confederazione europea dei sindacati dei lavoratori. Il Comitato è guidato dalla Direzione generale per l'occupazione, gli affari sociali e l'inclusione della Commissione europea.
Claudia Merlino, Vicepresidente della Geopa-COPA, ha sottolineato: “Il nostro gruppo è stato creato già nel 1993 ed è riconosciuto dalla Commissione europea come l'organismo che rappresenta i datori di lavoro in agricoltura, siamo all’interno del Comitato consultivo che già nel 1963 era stato creato come Comitato misto sui problemi sociali dei lavoratori agricoli dalla Commissione europea nell'ambito della PAC, dunque l’esempio di dialogo sociale più radicato e più sviluppato in Europa”. Tra le principali priorità che emergono per le imprese, ha aggiunto Merlino, “oggi c’è sicuramente la domanda di manodopera spesso irreperibile, che ci sfida a lavorare in particolare su quattro fronti: primo, riqualificare le competenze dei lavoratori tradizionali, specialmente alla luce della transizione tecnologica attuale, guardando anche a buone pratiche come il Patto delle competenze, con cui abbiamo raggiunto 2 milioni di persone; secondo, una narrazione più realistica e meno bucolica del settore, con tutte le sue criticità e tutti i suoi lati positivi; terzo, il lavoro dei migranti, che occorre valorizzare e rendere meno vulnerabili, come ci ricordano anche i recenti gravissimi fatti di caporalato emersi in Italia, da affrontare con un’alleanza virtuosa tra imprese e lavoratori; quarto, il dialogo sociale, che è tale solo se avviene in termini effettivi, se porta contenuti, conoscenza e fatti concreti”.
All'iniziativa è intervenuto anche Jorg Tagger, Head of Unit della DG EMPL della Commissione Europea, che ha sottolineato il ruolo del pilastro sociale nella politica europea in chiave di crescita economica, sviluppo, emancipazione dei lavoratori.
Ha concluso la giornata il Segretario nazionale della Fai-Cisl Mohamed Saady: “Questo progetto – ha detto – ha stabilito una base di ricerca e poi di divulgazione sfidante, che con le linee guida redatte può realmente implementare la catena del valore nelle filiere europee a sfavore dei fenomeni di sfruttamento e lavoro nero”. Il sindacalista ha ricordato in proposito anche il caso di Satnam Singh, bracciante indiano morto poche settimane fa, a Latina, dopo essere stato abbandonato con un braccio tranciato a seguito di un grave incidente nei campi: “Un evento disumano che ha fatto emergere l'ennesimo caso di sfruttamento. Non dovrà mai più accadere. La legge anticaporalato - ha detto il sindacalista - in Italia c’è ed è ben fatta, ma ora stiamo chiedendo al Governo di non agire più con misure spot, ma finanziando adeguatamente le norme e le azioni sia ispettive e repressive che preventive, anche regolarizzando i lavoratori impiegati irregolarmente in agricoltura. Questo è anche il senso della nostra campagna ‘Mai più ghetti’, con cui pretendiamo il superamento delle baraccopoli e un uso virtuoso dei fondi del Pnrr per garantire alloggi dignitosi ai lavoratori stagionali. Serve più responsabilità da parte di tutti – ha concluso Saady – e vanno incrementati gli strumenti di partecipazione dei lavoratori, inoltre va condivisa la nostra lotta per valorizzare gli enti bilaterali anche per innovare la gestione del mercato del lavoro agricolo, rendendolo più tracciabile, efficiente e sicuro. Anche queste sono sfide da rafforzare a livello europeo e non solo nazionale e territoriale”.
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