RECOVERY FUND, ROTA: “NON DOVREBBE SERVIRE PER IL CONSENSO, MA PER RIPARTIRE VERAMENTE CON RIFORME PARTECIPATE”
“Purtroppo non prevediamo un autunno roseo, l’impatto della pandemia sulle capacità economiche di famiglie e imprese si farà sentire, dunque il modello che abbiamo voluto costruire in questi anni, fatto di servizi in rete, di solidarietà, di sinergie, sarà ancora più importante. Ma attenzione: la nostra azione di tutela non è fondata su un modello assistenzialista, paternalistico. Il grande valore sta nel tenere sempre al centro dei nostri progetti la persona, nel saper farsene carico per costruire assieme capacità di autonomia, responsabilizzazione, partecipazione. A una politica che rischia di anestetizzare la società, di gestire le risorse economiche con forme discutibili di demagogia statalista, è importante saper rispondere invece proponendo un modello diverso, che per quanto ci riguarda è quello promosso con il Manifesto di Assisi, ispirato all’Enciclica Laudato Sì di Papa Francesco. Quando denunciamo incuria, incapacità di valorizzare le nostre bellezze, di mettere in sicurezza il nostro territorio con il lavoro degli operai idraulico forestali, oppure dei nostri Consorzi di Bonifica, denunciamo un modello di sviluppo ‘take away’, che non lascia nulla alle comunità locali, che mangia il suolo agricolo, sfrutta i lavoratori con progetti privi di lungimiranza. Problemi sui quali diciamo da tempo che tutto il mondo dell’agroalimentare è chiamato a dare risposte importanti. Oggi ancora di più, visto che sempre più scienziati puntano il dito contro la crisi climatica in quanto strettamente connessa con quella epidemiologica. Ora dobbiamo esortare il Paese non solo a non dimenticare ciò che è accaduto, ma anche a uscire dalla crisi migliori di come ci siamo arrivati”.
Lo ha detto il segretario generale della Fai Cisl Onofrio Rota intervenendo oggi a Bergamo all’iniziativa dell’Inas Cisl “Per non dimenticare”, in ricordo delle vittime del Covid19.
In conclusione, Rota ha anche affrontato il tema del Recovery Fund: “Per la ripartenza servono grande unità, umiltà, responsabilità. Bisogna intervenire dove le tendenze alla disgregazione sociale sono più forti. Serve una politica all’altezza. Se da un lato sembra molto positivo l’accordo tra i governi europei sul Recovery Found, dall’altro sappiamo che l’Italia dovrà dismettere le polemiche in casa nostra per non sprecare le tante risorse previste. Le negoziazioni sulle ingenti somme accordate, non dovrebbero servire a far vantare i partiti, a far bella questa o quell’altra leadership, a giocare con il consenso degli italiani. Devono servire veramente a far ripartire il Paese: a consolidare il nostro sistema sanitario, a rimettere in moto i distretti economici, le filiere più virtuose. Devono servire a dare ossigeno a famiglie e imprese, a costruire speranza, una visione di futuro, con un piano partecipato di riforme e interventi".
"Noi - ha concluso il sindacalista - non dimenticheremo chi non ce l’ha fatta, non dimenticheremo chi ha salvato vite umane, ma non dimenticheremo neanche chi siamo e da dove veniamo, perché siamo un Paese che, pur tra mille difficoltà, e con tanti difetti, ha sempre saputo rialzarsi, rimboccarsi le maniche, e ha saputo farlo al meglio quando ha creduto nelle proprie capacità, nelle proprie vocazioni, nel proprio tessuto sociale. Facciamo dunque che il ricordo si faccia memoria collettiva, per fare in modo che ci parli del nostro futuro e ci aiuti, con serenità, a decidere chi potremo essere domani”.