TRENTINO, LAVORATRICI PUNITE INGIUSTAMENTE. SINDACATI: "MARCIA INDIETRO TARDIVA DELL'AZIENDA, CHE COMUNQUE CONTINUA AD AVERE COMPORTAMENTI ANOMALI"
In merito alla replica, tardiva, della direzione aziendale sui fatti accaduti la scorsa settimana nel magazzino Sft di Romagnano che hanno visto punite ingiustamente 8 lavoratrici, Fai Cisl e Flai Cgil precisano che i fatti, così come esposti dal sindacato, rispecchiano quanto avvenuto nello stabilimento il 21 ottobre scorso. La marcia indietro dell’azienda è avvenuta solo a seguito della denuncia pubblica ad opera del sindacato, al fine di giustificare un comportamento che resta scorretto, perché va contro le leggi e i contratti.
Le organizzazioni sindacali chiariscono, inoltre, che nella denuncia pubblica di quanto accaduto è stato perseguito l’esclusivo obiettivo di tutelare i diritti, la dignità e la salute delle lavoratrici e tutti i fatti resi noti sono documentati. Entrando nel dettaglio dei fatti, Flai e Flai contestano il tentativo aziendale di giustificare la timbratura in uscita (cioè di fine lavoro) come modalità per quantificare il tempo impiegato per sistemare il carico. Se così fosse, l’Azienda avrebbe dovuto consentire la timbratura successiva in entrata alle otto lavoratrici né sarebbe stata necessaria una lettera, solo lunedì 25 ottobre e quindi tre giorni dopo la denuncia pubblica, in cui la direzione dichiarava che le ore sarebbero state retribuite regolarmente.
Fai e Flai ribadiscono che quanto accaduto è gravissimo e ingiustificabile. Obbligare le operaie a certificare l'uscita dal lavoro e contemporaneamente a restare per altri 90 minuti su suolo aziendale lavorando senza che nulla certificasse la loro presenza sul posto di lavoro, non ha garantito loro nemmeno la copertura assicurativa prevista in caso di incidenti o infortuni. Un comportamento che ha messo a rischio lavoratrici e azienda. Ci si chiede dunque se il comportamento assunto dalla direzione aziendale sia condiviso dai soci. Se è così li riteniamo concordi ad un sistema di gestione del personale che mortifica chi lavora oltre a non rispettarne i diritti.
Infine le due sigle sindacali rendono noto che i comportamenti anomali e poco trasparenti, al limite del lecito, continuano. Oggi la direzione ha convocato le lavoratrici coinvolte, una alla volta, per un colloquio individuale, mettendole in una situazione di pressione psicologica evidente. Alle stesse è stato chiesto il consenso di registrare l'incontro rifiutando però di condividere il file. Anche questo è normale? Perché non è stato convocato l’intero gruppo insieme? Perché non si è data la possibilità di far partecipare un rappresentante sindacale? Attendiamo precise e trasparenti informazioni in merito.
Katia Negri, segretaria provinciale Fai Cisl - Elisa Cattani, segretaria provinciale Flai Cgil