MIGRANTI, ROTA: "CON REGOLARIZZAZIONE AVREMMO PIÙ LEGALITÀ E SICUREZZA SANITARIA"
“Sul fatto che si debba offrire un’alternativa a chi lavora in nero siamo pienamente d’accordo con il Ministro Provenzano, però nel caso di tanti operai agricoli parte della soluzione ci sarebbe già, e cioè aprire ad una regolarizzazione ben studiata dei tanti immigrati rimasti ai margini della società dopo i decreti sicurezza: una misura che stiamo chiedendo da tanti mesi perché oltre a porre fine a tante forme di sfruttamento sommerso darebbe anche respiro alle casse dello Stato con nuovo gettito”.
Lo scrive sulla pagina Facebook della Fai Cisl il segretario generale Onofrio Rota, commentando l’intervista al Ministro Provenzano pubblicata oggi dal Corriere della Sera.
“Gli irregolari in Italia – scrive Rota – sono oltre 530 mila, e tra i 300 e i 400 mila sono stimati tra coloro che sono vittime di sfruttamento in agricoltura. Un danno enorme alla dignità della persona, all’integrazione, alla concorrenza leale. In questo momento, inoltre, in piena emergenza Coronavirus, molti di loro sono doppiamente vulnerabili, specialmente coloro che vivono nelle varie baraccopoli d’Italia. Il prezzo dell’illegalità e dello sfruttamento si paga anche in termini di sicurezza sanitaria: più ci sono speculazioni e ghettizzazioni, più siamo tutti a rischio”.
“Per questo – conclude Rota – serve dalla politica più coraggio, agendo anche con una regolarizzazione rivolta a riportare nei circuiti della legalità il lavoro irregolare diffuso lungo le filiere”.