GIORNATA MONDIALE PER L'AMBIENTE, ROTA SU INTERRIS: "SERVE UN'EUROPA PIÙ SOCIALE E PARTECIPATA"
“La nostra Giornata per la Cura dell’Ambiente, che giunge quest’anno alla sesta edizione, richiama alle proprie responsabilità la politica, le istituzioni, le imprese, ma anche e soprattutto ciascuno di noi nella nostra vita quotidiana. Il valore di questa giornata per noi sta in un pensare globale e agire localmente coerente con le altre battaglie della nostra Federazione per il lavoro dignitoso e di qualità, per la centralità della persona nel sistema contrattuale, per il contrasto al consumo di suolo e all’abbandono delle aree interne. Perché la sfida è quella di riqualificare il lavoro, rafforzare le componenti fragili del mercato del lavoro, come donne, migranti, giovani, costruire competenze rafforzando il rapporto tra scuola e imprese, migliorare le risposte da dare a un fabbisogno di manodopera emergente in più settori”.
Lo scrive sul quotidiano digitale In Terris il Segretario Generale della Fai-Cisl Onofrio Rota in occasione della Giornata Mondiale dell’Ambiente, che ricorre oggi 5 giugno.
“Arriviamo alle elezioni europee – afferma il sindacalista – con campagne assai vaghe, contraddittorie e poco entusiasmanti, soprattutto sui temi ambientali. Basta vedere le polarizzazioni e i conflitti alimentati dai partiti italiani, spesso purtroppo anche favorendo approcci ideologici e fake news che avvelenano un’opinione pubblica già abbastanza disorientata. Anche la nostra organizzazione – ricorda Rota nell’intervento – ha criticato, in più occasioni, alcune scelte compiute a Bruxelles, ma lo abbiamo fatto sempre nelle sedi opportune, con i nostri strumenti, negoziando e dialogando con tutti gli attori. Dunque, anziché demonizzare l’Europa e ridicolizzare l’Unione, la politica dovrebbe occuparsi di portare più Italia nel Vecchio Continente. Ne gioverebbe l’Europa stessa, perché abbiamo tante buone pratiche da promuovere: basta pensare ai tanti primati italiani in materia di economia circolare. Questa ricchezza del nostro tessuto produttivo, queste posizioni conquistate con il grande impegno di imprenditori e lavoratori, non vanno sprecate, e per farlo dobbiamo favorire una politica europea più flessibile nel riconoscere le specificità dei singoli paesi, ma rigosa nel darsi obiettivi in linea con l’Agenda 2030 dell’Onu per lo Sviluppo Sostenibile”.
“L’Europa che serve – aggiunge Rota – è quella di una governance più partecipata e con una maggiore dimensione sociale, e non il contrario. Perché la competizione sfrenata tra Paesi membri, e i rigurgiti nazionalisti, potranno soltanto indebolire il Vecchio Continente e la coesione sociale davanti alle grandi transizioni della nostra epoca”.
L’intervento completo è pubblicato su www.interris.it