IMMIGRAZIONE: PRESENTATO A NAPOLI IL DOSSIER IDOS 2023. ROTA: "PIÙ ISPEZIONI E SOSTEGNO A BUONE PRATICHE TERRITORIALI"
Rota (Fai-Cisl): “Più ispezioni contro lo sfruttamento e sostegno alle tante buone pratiche da replicare sui territori”
Napoli, 20 marzo 2024 – Sono stati presentati oggi a Napoli presso l’Albergo dei Poveri i dati più significativi del Dossier Statistico Immigrazione realizzato da Idos, con un focus sulla realtà campana. L’evento, già realizzato in altre città d’Italia, è stato ideato per approfondire il fenomeno migratorio con una visione aderente alla realtà, in relazione alle dinamiche del lavoro, dell’accoglienza, dell’integrazione nei territori.
Presenti all’evento ricercatori, rappresentanti delle istituzioni e del sindacato, tra i quali la Segretaria Generale della Cisl Campania Doriana Buonavita.
Dopo i saluti del Segretario Generale della Fai-Cisl Napoli Francesco Fattoruso e della Segretaria della Cisl Napoli Melicia Comberiati, è seguita una tavola rotonda con interventi dell’Assessore al Welfare e Immigrazione del Comune di Napoli Luca Trapanese, Luca Di Sciullo Presidente del Centro Studi e Ricerche Idos, Elena De Filippo Responsabile Cooperativa Dedalus, Atchakpari Abdoul Mounirou di Medihospes Campania, il Vicepresidente dell’Anolf nazionale Maruan Oussaifi, il Direttore del Centro Studi Confronti Claudio Paravati, cui sono seguite alcune testimonianze di lavoratori e imprenditori del settore agroalimentare campano e le conclusioni del Segretario Generale della Fai-Cisl nazionale Onofrio Rota.
In regione, è emerso dall’incontro, a fine 2021 risiedevano 239.990 stranieri, il 4,8% del totale nazionale, con un’incidenza del 4,3% sul totale della popolazione residente, un valore in linea con quello del Sud Italia, a fronte di una media nazionale dell’8,5%; mentre a fine 2022 il loro numero è salito a 241.008, registrando un incremento dello 0,4%. Per quanto riguarda le principali collettività presenti, nelle prime sei posizioni si confermano l’Ucraina (37.834 residenti, il 15,8% del totale stranieri), la Romania (33.334, il 13,9%), il Marocco (23.252, il 9,7%), lo Sri Lanka (16.506, il 6,9%), il Bangladesh (12.481, il 5,2%), la Cina (11.896, il 5,0%). Dalla settima alla dodicesima posizione, invece, con meno di 10mila residenti, troviamo Nigeria, India, Albania, Pakistan, Polonia e Bulgaria.
“In questi tre anni – ha detto l’assessore Luca Trapanese – abbiamo fatto un lavoro molto importante assieme al sindacato su tanti temi, compresa l’accoglienza dei migranti, che se ben gestita può trasformare le emergenze in opportunità, senza mai dimenticare che anche il nostro è sempre stato un popolo di emigranti: oggi abbiamo tante criticità per l’aumento delle situazioni di crisi, come per gli arrivi dall’Ucraina, ma abbiamo realizzato attività efficaci soprattutto grazie al nostro Spazio Comune e alla nostra Consulta, ottenendo anche che comunità di immigrati che in passato erano più chiuse si aprissero a molti nostri progetti di dialogo e inclusione”.
“Con poco più di 5 milioni di immigrati, l’8,6% della popolazione – ha sottolineato Luca Di Sciullo, Presidente del Centro Studi e Ricerche Idos – le presenze straniere rappresentano una componente strutturale della società italiana e della nostra economia, ma la logica delle quote d’ingresso, seppure aumentata per il triennio 2023-2025, riflette un modello di segregazione occupazionale che non risponde adeguatamente alle richieste di manodopera né tantomeno alle politiche di inclusione. Lo sfruttamento in diversi settori, soprattutto in agricoltura – ha denunciato Di Sciullo – è diventato stabile e coinvolge tanti immigrati. Ma sui territori si gioca buona parte della riuscita delle politiche di integrazione: questo è il senso della fruttuosa collaborazione tra Idos e Fai-Cisl imperniata sul Dossier Statistico Immigrazione, per diffondere ogni anno in maniera strategica e mirata uno strumento conoscitivo a sostegno di una visione lungimirante e di un impegno più efficace”.
Ha concluso i lavori il Segretario Generale della Fai-Cisl nazionale Onofrio Rota, che a proposito di sfruttamento lavorativo ha sottolineato: “Gli operai agricoli immigrati sono oltre 360 mila su 1 milione, e le nostre proiezioni prevedono quota 500mila entro il 2030. Molti immigrati però finiscono nelle reti del caporalato: incontrando i ministri Lollobrigida e Calderone abbiamo ottenuto l’impegno a implementare le ispezioni, perché abbiamo tutti gli strumenti necessari e le banche dati, tra Ispettorato nazionale, Inps e Forze dell’Ordine, per poter compiere azioni sempre più mirate ed efficaci sul reale fabbisogno di manodopera, ed è un impegno sul quale contiamo molto. Poi naturalmente oltre alle strategie repressive contro i fenomeni di illegalità – ha aggiunto il leader della Federazione agroalimentare cislina – ci sono tante buone pratiche di lavoro ben contrattualizzato, di formazione linguistica e delle competenze, nonché di prevenzione anche in materia di salute e sicurezza, e la fotografia scattata dal Dossier statistico serve per far luce anche su questi aspetti positivi, da replicare sui territori per tutelare meglio non solo tutte le lavoratrici e tutti i lavoratori ma anche le imprese più virtuose, che subiscono dumping da chi produce con lavoro nero e grigio”.