"MADE IN IMMIGRITALY": PRESENTATA ANCHE A CASTEL VOLTURNO LA RICERCA SUI LAVORATORI IMMIGRATI NELL'AGROALIMENTARE ITALIANO
Ad introdurre la mattinata Maria Perrillo, Segretaria Generale Fai-Cisl Caserta che ha ricordato come “i lavoratori immigrati impiegati in agricoltura nella provincia di Caserta sono 18mila, dei quali il 43% sono donne. Secondo alcune stime, solo 5mila di queste persone sono regolari, ed è su questo che bisogna ancora lavorare molto. Noi facciamo la nostra parte, attraverso la prossimità, raggiungendo i lavoratori nei campi e nelle aziende, attivando la bilateralità per contrastare lavoro sommerso e sfruttamento. Necessario – ha sottolineato Perrillo - far applicare il contratto nazionale del comparto e sollecitare il costante rinnovo dei CPL, i contratti provinciali in agricoltura. Monitorare le periferie sociali offrendo servizi, ascolto, tutele, è il principale obiettivo del nostro fare sindacato”.
Alla presentazione è intervenuto anche il Vescovo di Caserta e Arcivescovo di Capua Mons. Pietro Lagnese che ha proposto “la nascita, a Castel Volturno, di un dipartimento universitario di studi sulla mobilità umana, sugli "sfollati ambientali", persone che emigrano a causa della siccità, della carenza idrica, i cosiddetti “migranti climatici". Gli immigrati – ha proseguito Mons. Lagnese – non sono un problema sono una realtà, che coinvolge in pieno il nostro territorio. Se domani mattina andassero via, tutti assieme, assisteremo ad un collasso dell'economia del Paese e soprattutto nella filiera agroalimentare nazionale, retta soprattutto dal lavoro immigrato”.
I lavori, che hanno visto gli interventi del prof. Francesco Eriberto D’Ippolito, docente all’Università di Caserta Luigi Vanvitelli, del Presidente della Camera di Commercio di Caserta Tommaso de Simone e moderati da Antonio Casaccio Direttore del Magazine Informare, sono stati conclusi dal Segretario Generale Fai-Cisl nazionale Onofrio Rota: “Il dossier vuole dare protagonismo ai lavoratori immigrati, alle buone politiche di integrazione, al contributo importante che può dare la contrattazione e l’agire sindacale. Sappiamo che sono almeno diecimila i lavoratori agricoli migranti che vivono in 150 ghetti presenti in 38 comuni e collocati in 11 regioni d’Italia, tra cui la Campania. Le politiche abitative sono uno dei motivi di grande fragilità di queste persone, a questa Regione sono stati destinati oltre 3milioni nel PNRR per gli alloggi a lavoratori migranti e i tre Comuni più interessati sono Castel Volturno, San Felice a Cancello e Eboli. Ecco queste risorse vanno utilizzate al meglio, ed è compito anche del sindacato monitorare impegni e azioni”.