INFORTUNI, ROTA: “ENNESIMO BRACCIANTE RICOVERATO A LATINA DIMOSTRA CHE VANNO RESI OPERATIVI GLI STRUMENTI ANNUNCIATI”
“Il caso del bracciante che a Latina ha dovuto subire l’amputazione di una gamba e che a quanto pare rischia anche l’amputazione dell’altro arto, dimostra ancora una volta che gli strumenti messi in piedi per il lavoro agricolo di qualità e contro lo sfruttamento vanno resi operativi celermente e nella loro interezza: non bastano più gli annunci ai media, adesso vanno compiuti passi concreti per restituire ai lavoratori la dovuta dignità”.
Lo afferma in una nota il Segretario Generale della Fai-Cisl Latina, Islam Kotb, esprimendo solidarietà e vicinanza al lavoratore di origine indiana ricoverato in condizioni gravi al Santa Maria Goretti di Latina.
“Inizialmente – afferma il sindacalista – si sospettava una intossicazione dovuta a sostanze chimiche, oggi a quanto pare i medici avrebbero appurato l’esistenza di una patologia cardiovascolare: le circostanze che hanno portato a questo drammatico evento rimangono poco chiare e vanno verificate al più presto da chi di competenza, ma di certo rimangono forti dubbi sui controlli effettuati dalle autorità nel territorio pontino”.
Sul caso interviene anche il Segretario Generale della Fai-Cisl nazionale, Onofrio Rota: “A Latina, dopo la tragica morte di Satnam Singh, erano state annunciate misure molto più severe contro il lavoro nero e il caporalato, ma di fatto continuiamo a registrare sia uno scarso coinvolgimento delle parti sociali e dell’ente bilaterale territoriale, sia incidenti sul lavoro spesso dichiarati come infortuni domestici o stradali dai lavoratori stessi, per paura di possibili ritorsioni sul posto di lavoro o nel contesto sociale in cui si vive”. “Si tratta di situazioni inaccettabili – conclude il leader della Fai-Cisl – sulle quali chiediamo una svolta vera sia alle istituzioni locali che a livello nazionale: le misure inserite nell’ultimo Decreto Agricoltura e nelle norme in materia di immigrazione hanno trovato il nostro pieno consenso perché servono a minare il terreno degli sfruttatori, delle cooperative senza terra e di chi specula sui flussi miratori, ma adesso serve l’attuazione concreta di quelle norme, a partire dalla tutela dei lavoratori che denunciano i propri aguzzini e da percorsi formativi, specialmente in materia di salute e sicurezza sul lavoro e nell’ambito dell’alfabetizzazione linguistica, con cui costruire una reale inclusione dei lavoratori stranieri”.