CORONAVIRUS, ROTA DALL'EVENTO INAS "PER NON DIMENTICARE": “SINDACATO GRANDE RETE SOLIDARIETÀ, FIERI DEL PROTOCOLLO SICUREZZA”
“L’emergenza sanitaria ha lasciato e ci lascerà tante ferite, ha costretto imprese, famiglie e organizzazioni a rivedere la propria quotidianità. Accanto ai lavoratori che non si sono mai fermati, come quelli dell’agroalimentare, non hanno conosciuto sosta neanche le tutele e i servizi socio assistenziali offerti dal sindacato, che anche attraverso il proprio patronato ha confermato di essere una bussola indispensabile. È servito un enorme spirito di solidarietà, attraverso esempi straordinari di vicinanza e ascolto. Come federazione agroalimentare e ambientale abbiamo attivato meccanismi straordinari, davanti a una situazione che era di fatto straordinaria, dando risposte alle tante incertezze delle persone, lavorando per i riconoscimenti della disoccupazione agricola, oppure per fare ottenere a braccianti e pescatori i bonus riconosciuti dal Governo, o anche assistendo i lavoratori irregolari per accedere alla regolarizzazione. Basti pensare che con l’Inas Cisl abbiamo costruito una procedura che ci ha permesso di lavorare, ad esempio, 72mila richieste di indennità in tempi record, e lo abbiamo fatto, a differenza di tanti altri, senza chiedere nulla ai lavoratori, neanche un euro. È stata una grande sfida per i nostri recapiti, una sfida che ci ha ricordato l’importanza di essere la federazione dei territori, delle periferie, e di lavoratori che esercitano ruoli essenziali ma troppo spesso non riconosciuti come tali”.
Lo ha detto il segretario generale della Fai Cisl Onofrio Rota intervenendo oggi a Bergamo all’iniziativa dell’Inas Cisl “Per non dimenticare”, in ricordo delle vittime del Covid19.
“Se dovessi descrivere il ruolo del sindacato oggi – ha aggiunto Rota – mi viene in mente quella bella metafora, che afferma che la foresta che cresce non fa rumore, a differenza dell’albero che cade. Ecco, negli ultimi anni, tanti detrattori del sindacato hanno sponsorizzato l’idea dell’albero che cade. Mentre i nostri operatori, dirigenti, collaboratori, volontari, delegati nelle fabbriche e in tutti i luoghi di lavoro, hanno ogni giorno faticato per far crescere la foresta. Cioè la solidarietà, le reti di vicinanza, la prossimità, la condivisione di diritti e doveri da far valere di fronte all’interesse generale e al bene comune. Non è un caso, se l’Italia può vantare di aver realizzato il Protocollo per la sicurezza e la salute, sottoscritto dal Governo e dalle parti sociali. Dobbiamo esserne fieri: è stato un atto politico e normativo di enorme importanza per le ricadute sociali ed economiche, perché ci ha ricordato che il binomio tra salute e lavoro non può più esistere. Si può e si deve lavorare in sicurezza salvaguardando la produttività, la qualità del lavoro, la salute delle persone, e questo è forse uno dei più grandi insegnamenti che possiamo trarre dall’emergenza sanitaria”.