Presentato a Roma, in presenza del Segretario Generale della Cisl Luigi Sbarra, il documento “Rigenerazione. Persona, lavoro, ambiente”, che orienta il percorso congressuale della federazione agroalimentare e ambientale della Cisl.
“L’assalto alla sede nazionale della Cgil è stato un atto gravissimo, una vergogna nazionale, degna del peggiore squadrismo. Quelle immagini, pur con tutte le diversità del caso, somigliano tristemente a quelle dell’assalto al Campidoglio degli Stati Uniti, raccontano la profanazione di un luogo simbolo della democrazia, della partecipazione, del mondo del lavoro. Domani saremo al fianco della Cisl alla manifestazione antifascista di Roma per ribadire che non c’è spazio per i violenti”.
Lo ha detto il Segretario Generale della Fai-Cisl, Onofrio Rota, aprendo il Consiglio Generale svolto oggi a Roma con la partecipazione del Segretario Generale della Cisl Luigi Sbarra.
Durante la sua relazione, Rota ha passato in rassegna i temi della fase congressuale della Fai-Cisl, dal titolo “RiGenerazione: persona, lavoro, ambiente”. “Non è un titolo ad effetto – ha detto il leader della Fai-Cisl – ma è una vera e propria dichiarazione d’intenti: svolgeremo 47 congressi territoriali e 20 regionali, per poi concludere con quello nazionale ad aprile 2022, e vogliamo davvero guardare alla società dei prossimi vent’anni, anticipare i cambiamenti nel mondo del lavoro, governare le conseguenze delle trasformazioni tecnologiche, della transizione digitale e di quella ecologica, rafforzare la nostra vocazione di Federazione del territorio, delle periferie, dei servizi alla persona”.
A proposito del PNRR, Rota ha ricordato le bocciature di alcuni progetti regionali da parte del Ministero dell’Agricoltura. “Va trovato un equilibrio, va costruito un metodo di lavoro, perché dietro la bocciatura di quei progetti possono esserci occasioni che non torneranno mai più, opportunità per realizzare opere strategiche per le nostre infrastrutture, per la gestione delle risorse idriche, la sostenibilità della nostra agricoltura. A ogni euro intercettato possono corrispondere precise opportunità occupazionali, di innovazione, di formazione dei lavoratori, di migliori condizioni di lavoro, di messa in sicurezza del territorio. Viceversa, per ogni mancato progetto perdiamo invece un treno che non tornerà. Serve una svolta, e il senso dell’avere un Premier come Mario Draghi sta anche in questo: avere la persona giusta al posto giusto per intercettare le risorse, costruire un’autorevolezza nuova dell’Italia in Europa, dare il ‘la’ alle riforme necessarie, che devono essere concertate con le parti sociali. Parliamo di cose molto serie: un sistema previdenziale che sia più dignitoso, un fisco più equo, un contrasto più puntuale alla povertà diffusa, che spesso colpisce anche chi lavora, come accade alla stragrande maggioranza dei lavoratori agricoli, veri e propri working poors”.
Chiudendo l’incontro, dopo un lungo dibattito, il Segretario Generale della Cisl Luigi Sbarra ha ribadito la necessità di un patto sociale: “La migliore risposta al populismo, ai neo fascisti e agli sfascisti di turno è un grande patto sociale che deve vedere impegnati il Governo e le parti sociali su un grande progetto di Paese e su obiettivi comuni, ognuno per le sue competenze. Non è con il conflitto sterile che si può rilanciare lo sviluppo, il riscatto dei più deboli, ottenere un modello nuovo di economia sociale e solidale, fondato sul lavoro dignitoso e di qualità, sulla centralità della persona, sul valore della famiglia”.
“Il Paese – ha aggiunto Sbarra – ha bisogno di coesione sociale, di ritrovare la sua unità sulla base dei grandi valori della Costituzione. Bisogna andare avanti nella campagna vaccinale, costruire una governance pienamente partecipata del Pnrr, con forti condizionalità sociali e occupazionali agli investimenti pubblici previsti dal Governo. Va definita una rete universale di tutele attive e passive che non lasci nessuno solo. Vanno contrastate le delocalizzazioni selvagge e il precariato, il lavoro nero e l’illegalità, interrotta la scia di sangue delle morti sul lavoro, annullare le disparità di genere, sociali e territoriali, riscattato allo sviluppo il Mezzogiorno. Si deve redistribuire il carico fiscale a sostegno delle fasce più fragili del lavoro e delle pensioni. Vanno rilanciati investimenti su scuola, pubblico impiego e politiche sociali, sostenuta maggiormente la non autosufficienza, riformate le pensioni e la flessibilità in uscita secondo criteri di sostenibilità sociale. Queste sono le basi di un grande accordo che coinvolga la responsabilità di tutti i soggetti istituzionali e sociali. Sapendo anche che ogni passo in avanti che faremo, ogni innovazione che andrà in porto, servirà anche a ricacciare nella soffitta della Storia idee e metodi che non possono trovare spazio nel futuro di un Paese democratico”.