VITERBO, IN CRESCITA IL PROGETTO CARITAS “TERRA DEGLI UOMINI”. ROTA: “BUONA PRATICA DA REPLICARE SU ALTRI TERRITORI”
Con 72 domande presentate, ben 40 in più dello scorso anno, e 23 persone inserite al lavoro, di cui 16 in aziende agricole e 7 in altre realtà, il progetto “Terra degli uomini: lavoro e dignità”, promosso dalla Caritas Diocesana di Viterbo, si sta affermando come modello di lotta alla povertà. Altre 8 persone sono in via di inserimento in aziende agricole, per un totale di 31 collocamenti. Tra i beneficiari del progetto, 3 sono donne, il 14% sono italiani, mentre gli altri provengono da Paesi africani e asiatici; 22 le aziende coinvolte. Inoltre, 30 persone saranno inserite in percorsi formativi per migliorare le proprie competenze ed essere inserite nel mondo del lavoro.
Il progetto “Terra degli uomini” nasce dalla volontà di sperimentare sul territorio un modello di lotta alla povertà fondato su percorsi di empowerment, con un approccio innovativo, strutturato intorno all’offerta di opportunità lavorative temporanee nell’ambito dell’agricoltura sociale. Realizzata già nel 2019 e riavviata nel 2020, grazie al contributo CEI derivante dai fondi 8 x Mille e al partenariato con il Dipartimento Dafne dell’Università degli Studi di Viterbo Unitus e ACLI di Viterbo, l’iniziativa ha consentito il reinserimento lavorativo di persone inoccupate. Quest'anno il lavoro di rete si è arricchito della collaborazione di Coldiretti Viterbo, Slow Food Viterbo e Tuscia, Terra Viva Viterbo, Fai Cisl Viterbo e Fai Cisl Lazio.
“Il progetto – spiega Claudio Tomarelli, segretario generale della Fai Cisl Lazio – ha favorito il ritorno all’occupazione di persone che cercano un nuovo percorso di vita, di famiglie in difficoltà economica e lavorativa, avvalendosi dell’esperienza di aziende agricole del territorio: un buon modo per fare leva sulla crescita umana e professionale della persona”. L’obiettivo principale non è infatti “assistere” ma fornire concrete opportunità lavorative fornendo un sostegno diretto all’impresa e un percorso personalizzato ai beneficiari. In questo modo si sostiene il lavoro e si vuole mettere le persone al centro con una presa in carico globale, andando oltre il solo aiuto economico, per creare opportunità di autonomia.