VII CONGRESSO, CLAUDIO TOMARELLI CONFERMATO ALLA GUIDA DELLA FAI CISL LAZIO
La valorizzazione del lavoro agroalimentare e ambientale al centro del Congresso della Fai Cisl regionale. Tra gli interventi, anche quelli del Segretario generale Usr Cisl Enrico Coppotelli e del Segretario generale della Fai Cisl nazionale Onofrio Rota.
Si sono svolti a Viterbo i lavori del VII° Congresso della Fai-Cisl Lazio, federazione dei lavoratori agroalimentari e ambientali che in regione conta oltre 9.200 iscritti. L’assemblea ha confermato Claudio Tomarelli Segretario generale; al suo fianco nella segreteria regionale sono stati eletti Sara De Luca e Islam Kotb.
Tra le priorità indicate da Tomarelli nella sua relazione, le diseguaglianze amplificate dalla crisi pandemica, da affrontare “utilizzando i 18 miliardi destinati dal Pnrr al territorio laziale con una governance partecipata e condivisa con le parti sociali”.
L’agroalimentare regionale, è emerso dai lavori congressuali, rappresenta l’8% di quello nazionale ed è costituito da 1281 aziende agrituristiche, 15 mila imprese alimentari, per la maggior parte di piccole e medie dimensioni, e 44 mila imprese agricole che impiegano 43 mila operai. Ancora tante le potenzialità di crescita non espresse, secondo Tomarelli: “Una straordinaria opportunità arriva dalla commissione europea che ha riconosciuto 1 miliardo e 105 milioni di euro al settore agricolo tramite il PSR 2023/2027, inoltre vanno intraprese una serie di azioni che chiediamo da tempo, come procedure più semplici per l’accesso ai fondi, più accesso al credito per le startup, costruire un marchio Made in Lazio, attivare biodistretti, consegnare terre pubbliche ai giovani”. Da valorizzare il lavoro forestale e i consorzi di bonifica, che stanno uscendo dal commissariamento: “Abbiamo chiesto un incontro all’assessore regionale – ha detto Tomarelli – perché i consorzi vanno riordinati e messi al servizio dell’agricoltura in modo innovativo e qualificato”. Inoltre, ha aggiunto il sindacalista, “non è più giustificabile sottrarre terra fertile per impianti fotovoltaici non integrati, come sta avvenendo ad esempio nella Tuscia, con 6 mila ettari di pannelli in terreni fertili, con un impatto disastroso sia dal punto di vista ambientale che turistico ed economico”. Tra gli obiettivi della Fai Cisl Lazio, la realizzazione in tutta la regione del progetto “Terra degli uomini: lavoro e dignità”, sul modello di quanto fatto con la Caritas diocesana di Viterbo per l’inserimento lavorativo: “Un modo per fare politiche attive, da preferire sempre al puro assistenzialismo, che invece non consente alle persone di emanciparsi e riscattarsi”, ha spiegato Tomarelli. Da bloccare, inoltre, secondo la Federazione regionale, i progetti sui depositi di scorie nucleari nella Tuscia.
All’evento è intervenuto anche il Segretario generale della Cisl Lazio, Enrico Coppotelli, che ha posto l’accento sui confronti in corso con la regione su appalti, formazione e pressione fiscale, “da ridurre – ha detto il sindacalista – perché spesso rischia di vanificare anche l’impulso dei rinnovi contrattuali verso la crescita”. Una sfida prioritaria, per Coppotelli, è quella che riguarda l’istruzione e la formazione: “Oggi il nostro compito è difendere non solo il posto di lavoro ma soprattutto il percorso di ciascun lavoratore in tutto l’arco della vita, e questo si fa investendo sulle politiche attive, sulla riqualificazione dei dipendenti, sulla formazione della persona: obiettivi determinanti anche per affrontare la transizione ecologica e la crisi pandemica senza impattare negativamente sull’occupazione e la qualità del lavoro”.
Oltre a delegati, operatori e dirigenti, sono intervenuti anche rappresentanti di altre categorie e delle istituzioni regionali. I lavori si sono conclusi con l’intervento del Segretario generale della Fai-Cisl nazionale, Onofrio Rota: “Le risorse a disposizione oggi, in proporzione sono più alte persino rispetto a quelle del dopoguerra, ma vogliamo che la politica le usi con lungimiranza: non servono per interventi ordinari, ma per portare il Paese da qui al 2050, colmando i divari sociali, territoriali e infrastrutturali”. Un richiamo in conclusione è stato fatto da Rota al tema della cura del territorio: “Così come la pandemia ha dimostrato il bisogno di medici e infermieri, di una sanità virtuosa e ben organizzata – ha detto il leader della Fai Cisl – allo stesso modo la tutela dell’ambiente non può passare per la continua rincorsa dietro le emergenze: i consorzi di bonifica e gli operai forestali vanno messi in condizione di lavorare in sicurezza, curare i boschi, sostenere un’agricoltura di qualità, fare prevenzione del dissesto idrogeologico e degli incendi”.