FAI CISL SARDEGNA, SVOLTO IL VII° CONGRESSO: “PNRR RIDUCA DIVARI SOCIALI E INFRASTRUTTURALI”
Tutela del territorio, occupazione giovanile, rilancio della pesca e del sistema degli allevatori tra le priorità della federazione agroalimentare e ambientale regionale. Oltre al Segretario generale Bruno Olivieri sono intervenuti Gavino Carta, Segretario generale Usr Cisl, e Onofrio Rota, Segretario generale della Fai Cisl nazionale.
Si è svolto a Cagliari il settimo congresso della Fai Cisl Sardegna, federazione agroalimentare ambientale che in regione conta oltre 7.300 iscritti tra lavoratori agricoli, dell’industria alimentare, delle foreste, della pesca, della zootecnia e della bonifica. L’assemblea, dal titolo “RiGenerazione: persona, lavoro, ambiente”, ha votato la richiesta di reggenza dell’organizzazione, sulla quale si esprimerà nei prossimi giorni la Segreteria nazionale per comporre la squadra che guiderà la federazione nei prossimi quattro anni.
Più occupazione giovanile, maggiore reddito per i braccianti e tutele per allevatori e pescatori sono le priorità emerse dal Congresso. Centrale, per il Segretario generale della Fai Cisl Sardegna, Bruno Olivieri, la valorizzazione dei consorzi di bonifica e del lavoro dei 5 mila forestali sardi per affrontare la sfida della transizione ecologica: “Dobbiamo tenere ben presente che per ogni euro speso in prevenzione se ne risparmiano dieci da impiegare per riparare i danni del dissesto idrogeologico”, ha detto il sindacalista, che sul lavoro forestale ha anche denunciato i danni di una falsa regionalizzazione: “La politica sarda ha preso una cantonata prima con l’approvazione della legge n. 8, e poi con le leggi 43 e 6. Sedicenti sindacati autonomi – ha spiegato Olivieri – per anni hanno calunniato la nostra federazione e hanno illuso buona parte dei dipendenti dell’agenzia Forestas che il Ccnl dei forestali non fosse adeguato, pensando che il contratto collettivo regionale sarebbe stato la panacea di tutti i mali, ma il tempo purtroppo ci ha dato ragione, e ora tutti i problemi che avevamo temuto si stanno avverando: inquadramento, mansioni, orario di lavoro, maltempo, indennità, previdenza, tutto ciò che avevamo risolto e regolamentato si sta rimanifestando quotidianamente a danno degli operai e del comparto, che è tornato indietro di vent’anni. Comunque, nonostante il passaggio al pubblico impiego, continueremo a batterci per tutelare al meglio questi lavoratori e far crescere il settore”. Altra grande preoccupazione, per Olivieri, il lavoro degli allevatori, “da rilanciare anche grazie al rinnovo del contratto nazionale, avvenuto finalmente dopo dieci anni di stallo”, e dei pescatori, “il cui ruolo dovrebbe essere strategico per l’economia regionale e l’ambiente – ha detto Olivieri – anche perché non rappresenta solo una fonte di reddito ma un insieme unico di tradizioni, saperi, funzioni di presidio del mare e delle comunità costiere, eppure non riceve dalla politica l’attenzione che merita. Per avere un lavoro di qualità, che includa maggiormente le nuove generazioni – ha aggiunto il sindacalista – serve l’applicazione del testo unico sulla sicurezza, poi più formazione e l’aggiornamento delle tutele, tutti aspetti da realizzare attraverso la contrattazione e una migliore cooperazione tra armatori, pescatori e parti sociali”.
Ha preso parte ai lavori anche il Segretario generale della Cisl Sardegna, Gavino Carta, che ha richiamato l’attenzione sulla crisi in corso sul fronte energetico: “Una crisi che si aggiunge a quella pandemica e che è figlia di politiche regionali e nazionali totalmente prive di strategia, oggi i danni per lavoratori e imprese, anche dell’agroalimentare e dell’edilizia, settori che hanno conosciuto una crescita rilevante negli ultimi anni, rischiano di essere enormi. Aver disintermediato per anni il rapporto con le parti sociali ha rafforzato l’autoreferenzialità della politica, infatti anche il tema dell’insularità sfugge ai suoi contenuti più urgenti, che dovrebbero essere le risorse e i provvedimenti per consolidare sanità, infrastrutture, energia, contrasto alla povertà”. Altro tema, il ruolo strategico della regione nel Mediterraneo: “La nostra condizione di insularità – ha detto Carta – deve essere superata con il riconoscimento della continuità territoriale e il riconoscimento delle Zes, Zone economiche speciali: attraverso questi due elementi si potrebbe programmare il rilancio dell’economia sarda, assicurando al sistema produttivo quella fiscalità agevolata attesa da decenni che può essere il vero motore della ripresa economica dell’isola”.
Dopo gli interventi di delegati, operatori e dirigenti, i lavori si sono conclusi con il Segretario generale della Fai Cisl nazionale, Onofrio Rota, che commentando positivamente l’inserimento della tutela ambientale nella Costituzione, appena approvato dal Parlamento, ha detto: “Dovrebbe segnare una svolta epocale ma ai cittadini e al mondo del lavoro non bastano queste formalità se poi la politica si muove in maniera contraddittoria, la transizione ecologica non può essere messa in contrapposizione con l’occupazione ma al contrario deve creare nuove opportunità, e questo si realizza con una visione partecipata che metta al centro la persona, la formazione, la riqualificazione dei lavoratori”. Al centro del suo intervento, le opportunità offerte dal Pnrr “per colmare i divari sociali, territoriali e infrastrutturali”, ma anche il bisogno di investire di più su giovani, occupazione femminile e inclusione sociale: “Paradossalmente in agricoltura molte aziende lamentano la mancanza di manodopera, per cui anche il decreto flussi che sta definendo il Governo può essere una risposta importante, ma è evidente che la vera sfida è rendere più attrattivo l’agroalimentare migliorando le condizioni di lavoro e le retribuzioni lungo tutte le filiere, visto che in Italia un lavoratore su dieci ha uno stipendio che lo costringe a vivere in povertà, inoltre è urgente investire su formazione e politiche attive per facilitare l’incontro tra domanda e offerta di lavoro, valorizzando gli enti bilaterali territoriali e le tante buone pratiche messe in campo per prevenire caporalato e lavoro nero”.