05 Nov2024
PARI OPPORTUNITÀ, RIUNITO A FIRENZE IL COORDINAMENTO NAZIONALE FAI-CISL
Secondo l'Istat, nel 2023 il tasso di partecipazione femminile al mercato del lavoro è del 52,1%, il 69,4% quello degli uomini. Nella prima metà del 2022, solo il 41% dei nuovi contratti è stato stipulato con donne, e di questi, solo il 35% sono a tempo indeterminato. Sono alcuni dati riportati da Raffaella Buonaguro, Segretaria nazionale Fai-Cisl, durante le giornate formative realizzate dal Coordinamento nazionale Pari Opportunità del sindacato, al Centro Studi Cisl di Firenze, con la partecipazione di oltre 40 dirigenti e operatrici sindacali: al centro dell’iniziativa, le politiche di genere e l’empowerment femminile.
“In agricoltura – ha sottolineato inoltre Buonaguro – su circa 900mila operai, il 68% sono uomini e il 32% donne, mentre nell’industria alimentare, su 180mila lavoratori a tempo indeterminato iscritti al fondo Fasa, 118.193 sono uomini e 60.692 sono donne: le nostre azioni sono quindi rivolte a tutelare e valorizzare la qualità del lavoro e il protagonismo delle donne che rappresentiamo, in un settore prevalentemente maschile”.
Durante le giornate sono stati presentati i risultati di una ricerca, curata dalla ricercatrice Francesca Valente, su “Donne e Sindacato” prendendo a riferimento i dati della Fai-Cisl Piemonte Orientale, dalla quale sono emerse alcune raccomandazioni da attuare all’interno del sindacato per migliorarne l’operato: intensificare le ricerche sulle disuguaglianze di genere, rafforzare i Comitati Pari Opportunità, promuovere la formazione sulla parità, organizzare corsi specifici per lavoratrici, promuovere incontri regolari e assemblee sul tema della parità di genere adattare le pratiche di contrattazione collettiva, offrire supporto alla conciliazione vita-lavoro e rendere le attività sindacali più flessibili.
Ai lavori è intervenuto Roberto Caponi, Direttore politiche del lavoro e welfare di Confagricoltura e Presidente nazionale Eban, ente bilaterale agricolo nazionale: “Oltre ai dati sugli operai, ricordiamo i circa 30mila impiegati agricoli: in questo caso la percentuale femminile sale al 47%. La contrattazione collettiva prevede già una serie di tutele per le donne lavoratrici, ma molto ancora si può fare e qui entra in gioco la bilateralità, che ha un ruolo fondamentale, soprattutto per la formazione, la previdenza complementare e la sicurezza sul lavoro. La prossima settimana, per la prima volta – ha annunciato Caponi – riuniremo i circa 90 enti bilaterali in agricoltura attivi in Italia per un confronto su queste tematiche”.
Cecilia Brighi, Segretaria Generale dell’Associazione Italia-Birmania.Insieme, ha ampliato lo scenario portando alcune riflessioni sulla questione di genere e il ruolo delle donne nelle istituzioni internazionali, ricordando che il conseguimento dell'uguaglianza e dell'emancipazione per tutte le donne e le ragazze è uno dei 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile che i Paesi Ue si sono impegnati a realizzare entro il 2030.
Ha concluso i lavori il Segretario Generale Fai Cisl nazionale Onofrio Rota: “Anche i dati Inps di qualche settimana fa confermano che le politiche per la parità di genere devono essere rafforzate e consolidate. Donne che non tornano al lavoro dopo la maternità, un'oggettiva disparità salariale, difficoltà nella crescita professionale, sono tutti fenomeni ancora troppo presenti. La contrattazione rimane una leva straordinaria per rimuovere ingiustizie e disparità, ecco perché in tutti i tavoli di trattativa stiamo introducendo elementi a favore della conciliazione vita-lavoro, della prevenzione contro violenza e discriminazioni, di un welfare pensato per lavoratrici e famiglie, conquistando ad esempio nuove tutele, più permessi sulla genitorialità, per i casi di malattia dei figli, per la cura dei genitori anziani”.
Dalle giornate è inoltre emerso un forte messaggio di pace per tutte le popolazioni in questo momento coinvolte in conflitti armati, e l’appello per potenziare la prevenzione e tutelare le donne che denunciano atti di violenza.

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