PARI OPPORTUNITÀ, SVOLTO L'INCONTRO "LE PAROLE CHE FANNO MALE, IL LINGUAGGIO COME PRIMA FORMA DI PREVENZIONE"
Onofrio Rota: “2024 dedicato alle lavoratrici di agroalimentare e ambiente”. Raffaella Buonaguro: “In piazza con la Cisl anche per una Manovra più a misura di donna”
“Il linguaggio può aiutare il cambiamento culturale per cancellare stereotipi di genere e migliorare la qualità di vita di tutte e tutti, non dobbiamo mai sottovalutare il potere delle parole e quello che possono fare in termini di prevenzione, anche nei luoghi di lavoro, che sono quelli che frequentiamo per la maggior parte del nostro tempo”.
Lo ha detto la Segretaria nazionale della Fai-Cisl Raffaella Buonaguro intervenendo a Roma all’incontro “Le parole che fanno male. Il linguaggio come prima prevenzione”, voluto dal Coordinamento Pari Opportunità Fai-Cisl e Terra Viva in vista della Giornata Internazionale per il contrasto alla violenza sulle donne, che si celebra ogni anno il 25 novembre. L’incontro, moderato dalla giornalista Sara Salin, si è aperto con un commosso ricordo di Giulia Cecchettin e tutte le donne vittime di violenza.
“Ma la violenza – ha detto Buonaguro – non è solo fisica, spesso si cela dietro comportamenti discriminatori, ricatti psicologici, disparità di trattamento salariale, mancato riconoscimento di ruoli e competenze. C’è bisogno di trasformare un sistema che evidentemente non aiuta alla parità di genere, e questo sabato saremo in piazza con la Cisl anche per chiedere miglioramenti nella manovra economica del Governo, che deve essere più a misura di donna: ci sono tante cose positive, come i bonus asilo nido, gli indennizzi aggiuntivi per i congedi parentali, il rifinanziamento del reddito di libertà per le donne vittime di violenza, con 6 milioni di euro in più a decorrere dal 2024, o l’investimento nei congedi per la genitorialità come da proposta Cisl, ma chiediamo specifici incentivi alla contrattazione collettiva di secondo livello rivolta a misure di conciliazione vita-lavoro, e di proseguire nell’investimento sui congedi per la genitorialità estendendo l’età dei figli e l’indennità dell’80% per i primi mesi a tutti. Bisogna potenziare inoltre l’Assegno Unico, ampliando la platea che riceve la maggiorazione oltre il primo nato ed i figli entro tre anni delle famiglie numerose, rafforzare l’Assegno per coloro che hanno Isee più contenuti, intervenire sull’aumento dell’Iva per latte in polvere e prodotti per l’igiene intima femminile e, infine, ridurre l’età ed eliminare le condizioni che limitano l’accesso a Opzione donna”.
All’iniziativa ha portato i saluti la Segretaria nazionale della Cisl Daniela Fumarola, che ha ricordato tra l’altro come “nonostante i tanti progressi raggiunti, resta ancora molto da fare, nella consapevolezza che le parole sbagliate fanno molto male, ma è fondamentale anche che dietro le parole corrette ci siano comportamenti coerenti, con cambiamenti non soltanto formali ma sostanziali. Importante – per la sindacalista – anche non generalizzare, perché la violenza di molti uomini non rappresentano tutti gli uomini”. Per Fumarola, “al centro delle azioni del sindacato c’è e deve esserci la persona in tutte le sue dimensioni, questo vuol dire che dobbiamo impegnarci con la contrattazione per ottenere conquiste specifiche che rispondano ai bisogni delle lavoratrici, ma anche con una sfida quotidiana che passa per le agenzie educative, che oggi sono chiamate a recuperare un ruolo essenziale nella società, in primis famiglia e scuola”. Tra le problematiche ricordate da Fumarola, il fenomeno delle dimissioni in bianco: “Oggi, grazie a tante battaglie, sono state superate, ma permane una loro forma subdola, quella dei tanti part time involontari con cui si continuano ad appaltare esclusivamente alle donne i carichi di cura e le responsabilità famigliari”.
L’On. Martina Semenzato, Presidente della Commissione parlamentare d’inchiesta sul femminicidio, ha sottolineato il tema della violenza economica: “Se ne parla poco, invece anche questa è una tipologia pesante di discriminazione delle donne: non si tratta di essere contro gli uomini ma di creare pari opportunità e libertà di scelta. Dal punto di vista normativo va rafforzato il codice rosso ma anche tutto ciò che è prevenzione, e il dialogo con il sindacato rimane fondamentale”. Commentando l’uccisione della giovane Giulia Cecchettin, l’On. Semenzato ha invitato ad “evitare la politicizzazione e la spettacolarizzazione: anche l’informazione è chiamata a raccontare in maniera opportuna quanto accaduto, rispettando il dolore delle famiglie coinvolte e il lavoro della magistratura”.
All’incontro sono intervenuti anche Fabio Roia, Presidente f.f. del Tribunale di Milano, Barbara Melegari, Direttrice dello stabilimento Barilla di Melfi, Roberta Candileno, responsabile risorse umane di Mondelez Italia, l’imprenditrice agricola Laura Cenni, Giorgia Ortu La Barbera della Fondazione Libellula e, in collegamento dalla Fai-Cisl Milano, le volontarie dell’associazione Cerchi d’Acqua.
Ha concluso i lavori il Segretario generale della Fai-Cisl nazionale Onofrio Rota, che ha evidenziato come “tutti i contratti rinnovati nei settori di competenza, sia di primo che secondo livello, contengono precisi riferimenti al contrasto delle molestie nei luoghi di lavoro ma anche enormi passi in avanti nell’implementazione della conciliazione vita-lavoro, un fronte importante per realizzare la condivisione dei carichi familiari, delle responsabilità genitoriali, del lavoro di cura”. Parlando delle sfide future del sindacato, Rota ha annunciato che “dopo aver dedicato il 2023 alla sicurezza e salute sul lavoro, con la campagna Fai più sicurezza, la Federazione dedicherà il 2024 alle lavoratrici dell’agroalimentare e ambiente, con approfondimenti sulle loro tutele, i loro bisogni, l’implementazione di tutti gli strumenti per contrastare discriminazioni e violenze”. Tra i temi ricordati da Rota, la lotta del sindacato contro il caporalato e per il superamento dei ghetti dei braccianti, in cui tante donne vengono arruolate nei circuiti dello sfruttamento lavorativo e persino sessuale. “Oltre alle parole che fanno male – ha concluso il leader della Fai-Cisl – dobbiamo concentrarci sulle parole che fanno bene: partecipazione, inclusione, rispetto, emancipazione, parità, dignità della persona, sono tutte parole che esprimono le nostre priorità e il nostro vocabolario per la giustizia sociale”.